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Funzionario della polizia di Stato casertana in pensione dopo 36 anni di onorato servizio

Caserta/Maddaloni. Dopo 36 anni di onorato servizio nella Polizia di Stato è da oggi in pensione Vito Esposito, Funzionario addetto alla Squadra Mobile di Caserta.
Una tradizione di famiglia quella di essere paladini dello Stato.
Figlio di un assistente capo coordinatore della polizia stradale di Benevento. Arruolato in polizia nell’anno 1988 come vice ispettore, ed assegnato immediatamente al commissariato di Acerra.
Esposito è stato impegnato subito nella lotta alla criminalità organizzata poi il passaggio al commissariato di Afragola per un breve periodo e successivamente chiamato all’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico di Napoli.
Una esperienza importante con l’allora dirigente il dottor Silvestro Cambria e come funzionario il dottor Vittorio Pisani attuale Capo della Polizia.
In seguito, sempre in prima linea presso la Squadra Mobile di Napoli ancora al fianco di Vittorio Pisani per svariati anni e poi responsabile della squadra di polizia giudiziaria del commissariato Dante di Napoli, impegnato nella lotta al crimine nel centro storico e precisamente Sanità, Quartieri Spagnoli e Forcella per oltre un decennio.

In seguito trasferito alla Questura di Caserta ha svolto la sua mansione quale vice dirigente del Commissariato di Maddaloni e in tale contesto per svariati anni assumendo la responsabilità della squadra investigativa del citato commissariato, in cui si è stabilito con la famiglia.
Negli ultimi anni in servizio è stato funzionario Responsabile addetto alla Squadra Mobile nonché per un breve periodo vice dirigente del commissariato di Marcianise per poi tornare e chiudere il cerchio alla Squadra Mobile nel capoluogo.

Una vita per la legalità e contro la criminalità, tantissime le operazioni a cui ha partecipato e che sono passate agli altari della cronaca.
Sposato con una poliziotta, una tradizione di famiglia che prosegue con 2 figli, uno carabiniere ed uno poliziotto. In bocca al lupo…
Noi di Edizione Caserta abbiamo avuto il piacere di raggiungere telefonicamente il dr. Esposito, chiedendogli:

con quale stato d’animo va in pensione?

“Vado in pensione vivendo uno tsunami emotivo. Ero convinto che nel corso della mia lunga carriera di averle vissute tutte, ma questa per me è stata quella più forte. Uscire dalla Questura di Caserta, dopo aver salutato i vertici del palazzo di piazza Vanvitelli, e i tanti colleghi/Amici mi ha provocato un dolore indicibile se pur consapevole che nella vita ogni cosa ha un suo inizio e una sua fine”.

Ha rimpianti?

“No, non ho alcun rimpianto. Ho vissuto la mia vita professionale come se ogni giorno fosse l’ultimo.
Non mi sono risparmiato. Ho sempre richiesto il massimo da me stesso e dai miei collaboratori. Nulla deve essere lasciato al caso, questo presuppone responsabilità, devozione, sacrificio e soprattutto tante rinunce.
La vita dell’investigatore non è semplice, soprattutto per le persone che ti vivono accanto. Faccio riferimento alla famiglia, ai miei figli.

Si ha bisogno anche del loro apporto a discapito dei tanti momenti irripetibili che avrei dovuto vivere insieme a loro ed invece, a causa del mio lavoro, non ci sono stato”.

Quale contributo pensa di aver dato alla collettività?

“Quello di aver cercato di avvicinare al cittadino comune la Polizia di Stato. Composta non da irraggiungibili superuomini e superdonne, con cui è quasi impossibile rapportarsi. Piuttosto ho cercato di far comprendere a tutti che la Polizia è formata da persone comuni che vivono e presidiano il territorio a tutela della legalità. Si può entrare all’interno di un Ufficio di Polizia e chiedere semplicemente, di poter parlare con il “Vito Esposito” di turno che sarà sempre pronto a raccogliere chiunque e aiutare chi ne ha bisogno. Un problema condiviso diventa un mezzo problema. Un fardello meno pesante da portare. Insieme, si può superare ogni difficoltà.”

A chi deve dire grazie?

“In primis ai miei genitori, a mia moglie e ai miei figli che mi hanno sopportato e supportato per una vita intera; poi all’Amministrazione della Pubblica Sicurezza che sin da giovanissimo mi ha accolto nella sua grande Famiglia, ai tanti cittadini di ogni estrazione sociale con cui in tutti questi anni mi sono rapportato. Ai miei superiori che hanno creduto in me offrendomi l’opportunità di concretizzare i mei progetti lavorativi e ai miei collaboratori con i quali ho percorso il mio tragitto professionale.
E non ultimo, alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e ancor prima di Napoli, i cui Procuratori e i loro Sostituti sono stati per me ed i miei collaboratori in questi anni degli importantissimi interlocutori senza i quali non si sarebbero mai potuto realizzare i vari successi lavorativi”.

Cosa farà da domani?

“Domani è un altro giorno”.