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Città di Idee attacca il nuovo gruppo consiliare: ecco quale è il loro obiettivo

Santa Maria a Vico. Manifesto del gruppo consiliare Città di Idee (Guida-De Lucia) nei confronti del nuovo gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, il titolo:

La tarantella dei Pupi e del Pupazzo:

“L’amministrazione Pirozzi non finisce mai di stupire, e pur essendo maggioranza in Consiglio Comunale, per voler degli elettori, è  alla continua ricerca di ulteriore sostegno tra le fila dei consiglieri comunali di opposizione.

Già nelle ore successive all’esito elettorale imbarcò il consigliere comunale Clelia Signoriello eletta nella lista Città’ di Idee alla faccia degli elettori che già gli avevano consegnato le chiavi del Comune e la maggioranza prevista dalla legge.

Ma a quanto pare tanto non è bastato alla squadra del Sindaco. Dopo le dimissioni, per motivi giudiziari, del Consigliere di maggioranza Marcantonio Ferrara sostituito dal consigliere primo dei non eletti Pasquale Iadaresta, nonché il cambio di casacca del consigliere Peppe Nuzzo ex assessore della giunta comunale, in consiglio comunale si è registrata un ulteriore “tarantella”, un colpo di scena: la costituzione di un gruppo composto dai tre consiglieri sopra indicati ( Signoriello, Iadaresta, Nuzzo) che hanno aderito a Fratelli d’Italia.

Illuminati dalla nuova fede politica si sono aggiunti al consigliere comunale Igino Nuzzo al quale hanno subito chiesto di dimettersi da capo gruppo di FdI. Quest’ultimo ha ingoiato il rospo millantando che l’operazione trasformista sia un pregevole evento che amplia la rappresentanza politica del partito di Giorgia Meloni in seno al civico consesso.

L’obiettivo

Si tratta, invece, di un’operazione di potere, un tentativo piuttosto meschino degli “ idealisti” di aggregarsi alla maggioranza del Sindaco per avere in cambio qualche posto in giunta. In parole povere di un tradimento del mandato ricevuto dagli elettori, una misera manovra orchestrata dai vertici provinciali. Un gruppo di famiglia composto da tre Pupi col forzato beneplacito di Igino Nuzzo. Questi pare sia l’unico a non aver compreso che l’operazione avviene a sue spese e che tutto sommato reciterà la parte del Pupazzo nelle mani dei furbi che manovrano. La fede e la costanza politica sono cose lodevoli, ma nel caso di Igino Nuzzo queste vengono dichiarate per coprire un manovra che con la fede e la coerenza politica non hanno niente in comune. Il tutto varrà solo per mandarlo nelle retrovie e poi sbarazzarsene. In politica si può certo perdere una carica, mai la faccia. Il resto lo sapremo nei successivi atti della commedia”.