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Militari scoprono coltivazione abusiva di kiwi, nei guai padre e figlio

CAPUA. I Militari appartenenti al Nucleo Carabinieri Forestale di Caserta hanno dato esecuzione all’Ordinanza di sequestro preventivo di una estesa struttura realizzata su un fondo rustico, in assenza di qualsiasi titolo abilitativo, per la coltivazione e la produzione di kiwi, alla località “Lagnone-San Vito-Aquaro” in comune di Capua, emessa, su richiesta di questa Procura della Repubblica, dal GIP presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti dei due conduttori, padre e figlio originari di Castel Morrone.

La grande struttura sottoposta a sequestro preventivo, tipo serra, costituita da elementi in cemento armato precompresso, tiranti in acciaio e teli di copertura, si estende su un’area di 8.900 mq circa, con un’altezza variabile dai mt. 2.50 circa ai metri 4.50 circa, realizzata all’interno del Sito di Importanza Comunitaria “Fiume Volturno”, identificato dal codice: S.I.C. IT8010027, poi designato Zona Speciale di Conservazione, nonché inclusa nell’Oasi di Protezione della fauna omeoterma denominata “Le Salicelle”. L’accertamento ha avuto origine a seguito di richiesta intervento da parte di un cittadino segnalante la presenza di una densa colonna di fumo nero che si stava sprigionando da detto terreno agricolo.

Il tempestivo intervento dei Carabinieri Forestale ha permesso di accertare effettivamente l’esistenza di una combustione illecita di rifiuti in atto che stava interessando un cumulo di teli in PVC, nonché la realizzazione in corso della citata struttura serricola. L’immediato intervento ha permesso di ricondurre la responsabilità del rogo di rifiuti, in concorso tra loro, a carico dei citati due conduttori del fondo agricolo, che sono stati deferiti in stato di libertà per il delitto di cui all’art. 256bis del d.lgs. 152/2006. I successivi accertamenti coordinati da questa Procura, sulle opere in corso di realizzazione, hanno permesso di appurare che le stesse erano state eseguite in assenza dei necessari titoli facendo ipotizzare a carico di entrambi i soggetti (art. 110 c.p.) anche il reato di cui all’art. 44 DPR 380/2001 in relazione all’art. 181 del D.Lgs. n° 42/2004 perché i lavori di realizzazione della predetta struttura-impianto serricolo erano stati eseguiti in un’area sottoposta a tutela paesaggistica ai sensi del D.Lgs. 42/2004.