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Compravendita di voti, amico dell’imprenditore fa lo sconto: “Non voglio nemmeno il 50 euro”

CASERTA. Un’ulteriore e analoga telefonata era intercettata nella giornata nell’ottobre 2021 tra Nunziante e un suo conoscente, a cui l’imprenitore chiedeva notizie sui voti espressi.

Nell’occasione l’interlocutore diceva che sua sorella avrebbe concesso il voto al candidato  portato da Nunziante senza volere i 50,00 euro pattuiti.

Ecco il dialogo:
R: con i cosi tutto a posto? I cosi tutto a posto?
Nunziante: si, si si tutto a posto. Unica caso, tuo fratello non so cosa hafatto.
R: mio fratello Tonino? ALLORA… MIA SORELLA, HA DELLO CHE TE LO DAVA PERCHÈ NON AlCEVA A CHI DARLO E NON VOGLIO NEMMENO IL CINQUATA (50) EURO. HA DETTO……omissis….

Sono state intercettate altre conversazioni telefoniche tra Nuziante e la sua fidanzata (estranea all’indagine). Nel corso di una telefonata intercorsa tra i due, Nunziante riferisce m particolare di una cena presso un noto ristorante casertano, illustrando le proprie strategie per poter lavorare con la Pubblica Amministrazione, in società.

La genesi dell’inchiesta

L’indagine è partita nel 2021 nel periodo delle elezioni amministrative, quando i carabinieri raccolsero sospetti su un giro di voti in cambio di promesse relative all’esecuzione dei lavori pubblici, che riguardavano l’esponente del clan Belforte Antonio Rondinone, interessato a far candidare il figlio Gennaro (indagato), e che poi ha sostenuto l’attuale vicesindaco Casale; tra gli elementi raccolti in quel periodo emerse anche l’interessamento della famiglia Capone, in particolare dell’esponente del clan Belforte Giovanni, per la candidatura di Marzo.