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Soldi del clan nel Centro Direzione, sentenza per 17: tanti si salvano. TUTTI I NOMI

 

MARCIANISE. Quattro condanne per 17 anni. E’ questo il bilancio del processo sulle infiltrazioni del clan nella realizzazione del Centro Direzionale Vanvitelli del rione Macello a Marcianise che oggi arriva finalmente alla sentenza  di primo grado.

A marzo c’era stata la requisitoria e il pubblico ministero della Dda di Napoli Luigi Landolfi aveva chiesto 12 anni ciascuno per Luca Di Fuccia e Pasquale Lombardo; 8 anni a testa per Angelo Grillo, Luigi Franzese e Gennaro Buonanno; 6 anni per Delia Di Paola; 2 anni a testa per i fratelli pentiti Bruno e Claudio Buttone. Già salvi sei imputati: con l’esclusione della finalità mafiosa, interviene la prescrizione e quindi la sentenza di non luogo a procedere per Fulvio Tartaglione, Alessandra Tassieri, Angelo Piccolo, Augusto Di Pascale, Francesco Picone, Fabio Raucci.

Oggi la seconda sezione penale del tribunale sammaritano ha inflitto 6 anni e mezzo a Pasquale Lombardo, 5 anni e 4 mesi a Luca Di Fuccia, 3 anni a Angelo Grillo, noto imprenditore, e 2 anni e 8 mesi a Luigi Francese. Assolti Francesco Picone ,Gennaro Buonanno, Delia Di Paola, mentre è sopraggiunta la prescrizione per  Delia Di Paola; Alessandra Tassieri; Fulvio Tartaglione; Angelo Piccolo, Fabio Raucci; Augusto Di Pascale e per i fratelli Bruno e Claudio Buttone.

L’inchiesta

Le indagini si sono concentrate sul complesso residenziale denominate Centro Direzionale Vanvitelli, in località Macello a Marcianise, finanziato – secondo le prime indagini della Dda – illecitamente fin dall’inizio dagli esponenti apicali del clan fra i quali i fratelli Domenico e Salvatore Belforte: l’intervento edilizio, attuato attraverso l’acquisizione e la demolizione di un vecchio opificio dismesso, sarebbe stato realizzato attraverso la concessione di autorizzazioni edilizie illegittime, opera di tecnici e professionisti compiacenti.

Vari collaboratori di giustizia hanno disvelato con puntuali e precisi riferimenti e dichiarazioni convergenti l’enorme volume di investimenti effettuati dai Belforte nei diversi settori dell’economia apparentamente ‘sana’, primo fra tutti quello dell’edilizia.

La difficile situazione in cui verte il clan, a seguito dei numerosi pentimenti di esponenti di spicco che ne hanno minato dall’interno l’equilibrio economico, ha determinato il sodalizio criminale ad operare diverse alienazioni di immobili per eludere la confisca dei reimpieghi del patrimonio illecito, in particolare la vendita di alcuni locali facenti parte del complesso Vanvitelli.