FRANCOLISE/SESSA AURUNCA. Lunedì 15 dicembre 2025 il Giudice della I Sezione, dott. Zullo, ha emesso sentenza di condanna nei confronti di L. Franca, infermiera in servizio presso l’ospedale di Sessa Aurunca, imputata per il reato di falsa testimonianza. La donna, difesa dagli avvocati Torella e Razzino, è stata condannata alla pena di un anno e quattro mesi di reclusione, oltre al risarcimento dei danni in favore della parte civile F. F., collega di lavoro dell’imputata, rappresentato dall’avvocato Lorenzo Montecuollo.
Secondo quanto accertato nel procedimento, Lippiello aveva reso dichiarazioni ritenute mendaci nel corso di due distinte udienze dinanzi ad altro giudice del dibattimento, nelle quali si era presentata come vittima di un presunto stalking. In particolare, all’imputata veniva contestato di aver negato il consenso alla realizzazione di alcune fotografie intime e di aver riferito di presunti “sequestri” a sfondo sessuale avvenuti all’interno dell’ospedale, attribuendone la responsabilità al collega Fascitiello.
Le dichiarazioni avevano dato origine a una precedente denuncia che aveva portato all’apertura di un processo per falso stalking e falsa interferenza illecita nella vita privata. In quel procedimento, F.F. – imputato e sempre difeso dall’avvocato Montecuollo – era stato assolto perché il fatto non sussisteva, anche sulla base di video, fotografie e testimonianze che avevano smentito il racconto fornito dalla presunta vittima.
Nella sentenza di assoluzione, il giudice aveva espresso valutazioni particolarmente severe sulla credibilità della teste, evidenziando come le dichiarazioni rese fossero risultate “non vere, contraddittorie, incoerenti e inverosimili”, e come fossero state sconfessate dalle prove documentali e dalle deposizioni dei colleghi escussi. In aula erano stati visionati filmati che ritraevano la donna mentre posava consapevolmente per fotografie intime, circostanza che aveva ulteriormente inciso sulla valutazione della sua attendibilità.
Dopo l’assoluzione, aveva presentato denuncia-querela per calunnia e falsa testimonianza. Il procedimento si è concluso con la condanna pronunciata lunedì, all’esito di rito abbreviato, scelto dalla difesa in una fase successiva alla modifica del capo di imputazione.
Una vicenda giudiziaria che riaccende l’attenzione sul tema delle false accuse e delle conseguenze che esse possono avere sulla vita delle persone coinvolte. Per la parte civile, la sentenza rappresenta la conclusione di un lungo percorso giudiziario e una forma di riconoscimento dopo anni di sofferenza.