Santa Maria Capua Vetere. Torture in carcere, archiviazione per 18 agenti nel filone bis.
Riconosciuta l’estraneità ai fatti per il poliziotto che si tolse la vita a giugno
Nel procedimento “bis” sulle violenze ai detenuti avvenute il 6 aprile 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, il gip ha disposto l’archiviazione per 18 appartenenti alla Polizia penitenziaria. Tra questi c’è anche Benito Pacca, 59 anni, prossimo alla pensione, che il 25 giugno scorso si era suicidato con un colpo d’arma da fuoco nel parcheggio della casa circondariale di Secondigliano. Pacca, che aveva sempre proclamato la propria innocenza e aveva confidato il proprio turbamento ai colleghi, ottiene così una piena riabilitazione postuma.
L’archiviazione si inserisce nel secondo troncone d’indagine: per lo stesso filone, il 29 gennaio prenderà il via l’udienza preliminare nei confronti di 32 agenti. Quindici di loro prestavano servizio a Secondigliano, uno ad Avellino; tutti furono impiegati come componenti del Gruppo Operativo di Supporto (GOS) inviato a Santa Maria Capua Vetere per una perquisizione straordinaria, poi degenerata, all’indomani delle tensioni interne all’istituto.
Il provvedimento del giudice chiude la posizione di un primo gruppo di indagati e, al tempo stesso, lascia aperto il percorso giudiziario per gli altri agenti rinviati all’udienza di fine gennaio. Per i difensori, il decreto segna un passaggio cruciale nell’accertamento delle singole responsabilità; per la comunità penitenziaria, resta la ferita del gesto di Pacca, che si era detto certo di poter dimostrare la propria innocenza.