Marcianise. A indagine chiusa e notifiche recapitate, emergono ulteriori elementi sul lavoro investigativo che ha portato la Procura di Santa Maria Capua Vetere a contestare, a tre persone oggi indagate a piede libero, il presunto collegamento tra i due incendi che hanno colpito Maro Snc ed Euromarket Centro S.r.l. I roghi sono quelli di Euromarket One di viale Evangelista dell’ottobre 2024 (ad un anno di distanza dal primo non oggetto di indagine, ndr) e del supermercato Magno-Etè di via Gaglione del febbraio scorso. Il disegno sarebbe stato quello di contrastare l’ascesa del marchio Etè a Marcianise.
I destinatari dell’avviso, indagati a piede libero e per i quali vale più che mai la presunzione di innocenza, sono Clemente Mastroianni, Francesco Mastroianni e Saverio Padovano, tutti originari dell’area marcianisana. La nuova fase dell’inchiesta restituisce un quadro più articolato, frutto di mesi di accertamenti incrociati che avrebbero permesso agli investigatori di individuare una sequenza di elementi tecnici ritenuti compatibili con la tesi del “disegno unitario”.
Una delle chiavi della svolta sarebbe rappresentata dall’analisi sincronizzata di tabulati telefonici, movimenti veicolari e flussi di telecamere urbane. È proprio la sovrapposizione di queste tre fonti che avrebbe consentito agli inquirenti di collocare persone e veicoli in zone considerate strategiche nei momenti prossimi ai roghi. Un lavoro definito dagli stessi operatori come “paziente e stratificato”.
Non meno rilevante sarebbe la comparazione dei danni materiali subiti dalle due strutture: pur verificatisi in contesti differenti, gli incendi mostrerebbero – secondo l’ipotesi accusatoria – alcuni tratti comuni nelle modalità operative. Da qui l’idea, contestata con forza dalle difese, che la dinamica possa non essere frutto di eventi isolati.
Altro filone di approfondimento riguarda la presunta divisione dei ruoli tra i tre indagati: i Mastroianni come possibili coordinatori e Padovano come presunto esecutore materiale. Una ricostruzione investigativa che tuttavia dovrà ora essere verificata nel confronto processuale.
Non meno delicato il contesto generale: gli inquirenti avrebbero rivalutato rapporti pregressi e dinamiche di concorrenza sul territorio, già al centro di tensioni negli ultimi anni. Un insieme di elementi che – almeno per la Procura – rafforzerebbe l’ipotesi del movente economico.
Il fascicolo entra ora nella fase decisiva: dopo la presentazione delle memorie difensive, il pubblico ministero potrà decidere se chiedere il rinvio a giudizio o disporre ulteriori approfondimenti. Di certo il caso ha riportato sotto i riflettori un clima competitivo che, secondo più fonti, si respirava da tempo nel tessuto commerciale marcianisano.
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