Dalla truffa col padre all’evasione d’amore, la svolta del 18enne dopo la condanna

ARZANO. Si chiude un capitolo complesso per Alessandro P., il 18enne di Arzano coinvolto insieme al padre Claudio P. nella vicenda giudiziaria che, un anno fa, li portò all’arresto in flagranza a Imperia durante un tentativo di raggiro ai danni di un’anziana. Un caso che fece molto rumore per la dinamica, ma soprattutto per il successivo percorso del giovane, culminato in una clamorosa fuga d’amore dopo appena due giorni di comunità.

Dal blitz di Imperia all’arresto in flagranza

L’intera storia parte nell’autunno 2024, quando padre e figlio — rispettivamente classe 1970 e 2006 — vengono fermati dai Carabinieri di Imperia e Albenga mentre mettono in atto un raggiro ai danni di un’84enne di Mendatica.
Secondo le ricostruzioni dell’epoca, la vittima era stata convinta a consegnare denaro e gioielli attraverso la tecnica del falso incidente e del finto avvocato. Una volta entrato nell’abitazione, il giovane si era impossessato di tutto il denaro e dell’oro custodito in casa sottraendo anche il telefono cellulare, elemento che rese la contestazione non più semplice truffa ma furto in abitazione aggravato.

Bloccati in autostrada con l’intera refurtiva, i due vennero arrestati: Claudio portato nel carcere per adulti, il figlio nell’istituto minorile di Genova. A difenderli fin dall’inizio l’avvocato Mario Angelino.

Le vicende del padre e la svolta per il figlio

La posizione del padre si definì in tempi relativamente rapidi: dopo un mese di carcere ottenne i domiciliari con permesso di lavoro e successivamente uscì libero grazie al patteggiamento con pena sospesa.

Ben diverso, invece, il percorso del figlio. A gennaio 2025 ottenne la possibilità di lasciare l’istituto minorile e iniziare un periodo di rieducazione in comunità. Ma appena due giorni dopo l’ingresso, arrivò il colpo di scena: Alessandro scappa per raggiungere la fidanzatina, una “fuga d’amore” che provocò la revoca immediata della misura.

Rintracciato e nuovamente arrestato, il giovane tornò in carcere. Il processo davanti al Gup di Genova portò a una condanna in primo grado di 2 anni e 8 mesi. L’avvocato Angelino presentò appello e, lo scorso 22 ottobre, la Corte di Appello ridusse la pena a 1 anno e 4 mesi.

La misura alternativa e il ritorno a casa

Grazie a un’ulteriore istanza, nei giorni scorsi per Alessandro è arrivata la decisione attesa: concessi i domiciliari con braccialetto elettronico, eseguiti nella sua abitazione di Arzano.
Un risultato frutto del percorso processuale ma anche della giovane età dell’imputato, per cui il tribunale ha riconosciuto margini di recupero e reinserimento.

Per il ragazzo si apre ora una fase di osservazione e responsabilità, nella speranza che la vicenda di Imperia — dalla truffa al furto, dalla comunità alla fuga d’amore — possa rimanere solo un capitolo del passato.

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