San Felice a Cancello. Un reparto nuovo di zecca, inaugurato con orgoglio e presentato come simbolo di rinascita sanitaria per la comunità di San Felice a Cancello lo scorso luglio. Tre milioni di euro investiti, lavori lunghi e complessi, stanze moderne e accoglienti, dotate di ogni comfort per i degenti.
Tutto sembrava pronto per offrire finalmente un servizio di riabilitazione cardiologica all’altezza delle necessità del territorio. Eppure, da voci di corridoio bene informate, emergono notizie che lasciano perplessi. Una parte consistente delle stanze, già attrezzate per ospitare pazienti bisognosi di cure, verrebbe invece destinata ad accogliere armadietti e spazi per il personale. Di fatto non si utilizzano nemmeno tutti e 32 i posti letti disponibili.
Un reparto nato per garantire assistenza e accoglienza rischia di vedere ridotta la sua capacità di cura, trasformando stanze di degenza in depositi. La contraddizione è evidente e bruciante: mentre i cittadini attendono con urgenza servizi sanitari efficienti, mentre i pazienti cardiologici necessitano di percorsi di riabilitazione seri e continuativi, una parte delle risorse viene sottratta alla loro funzione primaria. La sanità pubblica deve rispondere ai bisogni dei cittadini, non piegarsi a logiche interne che mortificano il senso stesso dell’accoglienza. La salute non è un privilegio, ma un diritto. E ogni euro speso deve tradursi in cura, dignità e futuro.