Caserta. Una vittoria piena per Vincenzo De Angelis, 45 anni, storico rappresentante sindacale RSA e dipendente della E.P. Spa, società che cura la ristorazione per degenti e il servizio mensa dell’AORN “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta. Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Sezione Lavoro, con decisione sottoscritta dalla giudice Roberta Gambardella e depositata il 12 novembre 2025, ha annullato il licenziamento per giusta causa emesso nei suoi confronti nel luglio 2023, disponendone il ritorno immediato in servizio.
Il provvedimento disciplinare era scaturito da accuse della direzione ospedaliera e della stessa E.P., secondo cui De Angelis avrebbe avuto atteggiamenti “aggressivi e intimidatori” verso una dipendente dell’Ospedale, fino a un litigio dell’8 giugno 2023 che, secondo la ricostruzione aziendale, avrebbe provocato un malore alla lavoratrice, poi medicata al Pronto Soccorso.
De Angelis ha però sempre respinto ogni addebito, sostenendo che le sue azioni fossero esclusivamente collegate all’attività sindacale e alla presentazione di segnalazioni formali sui rapporti tra l’azienda appaltatrice e l’Ospedale. In queste settimane aveva ricevuto il sostegno di colleghi e organizzazioni sindacali, che erano scesi in piazza con sit-in e raccolte firme per chiedere il ritiro del licenziamento.
A conclusione di una fase istruttoria articolata, il ricorso – patrocinato dagli avvocati Antonio Tufariello e Roberto Santoro – è stato accolto in pieno. Secondo il Tribunale:
non esistono prove concrete che confermino gli episodi contestati;
le accuse erano formulate in modo generico, impedendo al lavoratore di difendersi correttamente.
Il giudice ha inoltre condannato la E.P. alle spese legali, ribadendo l’obbligo di contestazioni precise e supportate da evidenze quando si parla di licenziamento per giusta causa, che priva il dipendente di qualunque tutela economica.
Per De Angelis la decisione rappresenta un’assoluzione totale. Il sindacalista ha fatto sapere di voler procedere anche sul piano penale contro chi lo ha accusato, dopo oltre due anni senza retribuzione e senza possibilità di lavorare.
Il caso assume così un significato più ampio, ponendo l’accento sulla protezione dell’attività sindacale e sul ruolo dei rappresentanti dei lavoratori nelle strutture pubbliche e private.