NAZIONALE – Il tema del canone Rai torna al centro del dibattito politico. La Lega ha presentato un emendamento alla Manovra chiedendo di riportare l’importo annuo a 70 euro già dal 2026, recuperando la norma della Legge di Bilancio 2024 che prevedeva un taglio di 20 euro, poi cancellato dal decreto legislativo del 5 novembre 2024.
Secondo il Carroccio, il ritorno ai 70 euro sarebbe un segnale concreto a sostegno dei consumatori, già messo in campo nel 2024 ma mai realmente applicato in modo strutturale. La riduzione richiede una copertura di circa 430 milioni di euro, che verrebbe ottenuta attraverso il Fondo per interventi strutturali di politica economica.
Immediata la replica di Forza Italia che si è detta contraria al taglio. Anche il sindacato Unirai, che rappresenta i giornalisti Rai, ha espresso forte contrarietà.
La proposta della Lega arriva in un contesto di forte cautela finanziaria. La Manovra del governo Meloni è definita conservativa, con spazi di intervento limitati: 18,4 miliardi, contro i quasi 30 miliardi delle ultime leggi di bilancio. Trovare 430 milioni di euro aggiuntivi per tagliare il canone non sarà semplice.
Il confronto nella maggioranza è solo all’inizio. Da un lato, la Lega punta a una misura popolare e immediatamente percepibile dai cittadini; dall’altro, Forza Italia e il mondo Rai chiedono stabilità finanziaria per il servizio pubblico, come previsto dal nuovo European Media Freedom Act.
La partita è aperta: se l’emendamento venisse approvato, dal 2026 il canone potrebbe scendere di nuovo a 70 euro, ma molto dipenderà dagli equilibri politici e dalle coperture economiche ancora tutte da trovare.