Imprenditore ed ex patron resta in cella: la decisione finale sull’inchiesta dei narcos

VILLA LITERNO. Giovanni Fontana, 55 anni, imprenditore e già presidente del Villa Literno Calcio, continuerà a restare dietro le sbarre. La Corte di Cassazione ha infatti respinto il ricorso presentato dai suoi legali, confermando la misura cautelare in carcere stabilita dal Tribunale del Riesame di Napoli il 30 giugno scorso. L’uomo è stato condannato in primo grado a 12 anni di reclusione per concorso nel traffico internazionale di stupefacenti.

L’inchiesta e i collegamenti

Fontana è uno dei protagonisti di un’indagine che nel 2020 portò al sequestro di un maxi carico di 600 chili di cocaina destinato al mercato australiano. Secondo la ricostruzione della Direzione Distrettuale Antimafia, l’imprenditore avrebbe messo a disposizione la propria esperienza nel settore dei trasporti per agevolare operazioni logistiche al servizio di organizzazioni criminali di livello internazionale, riconducibili a Raffaele Imperiale e Bruno Carbone, noti esponenti del narcotraffico campano.

La decisione della Suprema Corte

Il collegio giudicante, presieduto da Ercole Aprile con relatore Anna Criscuolo, ha ritenuto infondati i motivi d’appello, con i quali la difesa chiedeva di sostituire il carcere con i domiciliari. Secondo i legali, la rete criminale sarebbe ormai smantellata, ma per la Cassazione il rischio di reiterazione dei reati resta concreto.

Nelle motivazioni, i giudici sottolineano come l’imprenditore abbia dimostrato “una personalità criminale consolidata e priva di remore morali”, evidenziando che la condanna di primo grado “non attenua, ma rafforza l’esigenza di custodia cautelare”.

Nessuna disparità tra imputati

La Corte ha inoltre chiarito che non sussiste alcuna disparità di trattamento rispetto agli altri coimputati, poiché ciascuna posizione processuale è stata valutata autonomamente.

Il ricorso è stato dichiarato inammissibile, con condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro alla Cassa delle Ammende.

La difesa di Fontana ha già impugnato la condanna di primo grado: il nuovo giudizio si terrà davanti alla Corte d’Appello di Napoli nel mese di dicembre. L’ex dirigente calcistico resta detenuto, in attesa del verdetto definitivo, e come stabilito dalla legge è da ritenersi innocente fino a sentenza irrevocabile

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