Errore in corsia, muore paziente di Parete: medico e infermiera condannati a un anno
SANTA MARIA CAPUA VETERE / PARETE – Una tragica fatalità in ambito sanitario si è conclusa con una condanna penale. Il Tribunale di Napoli, con sentenza emessa dalla giudice Antonia Napolitano Tafuri, ha riconosciuto la responsabilità del dottor Pasquale Sannino, urologo dell’Ospedale del Mare di Napoli, e dell’infermiera Annalisa Di Rienzo, originaria di Santa Maria Capua Vetere, per la morte di Antonia Maiellaro, 86 anni, residente a Parete.
Secondo quanto ricostruito in aula, alla donna sarebbe stato somministrato un antibiotico contenente Rocefin, nonostante nella sua cartella clinica fossero chiaramente riportate le allergie a determinati antibiotici, confermate anche da un alert elettronico nel sistema digitale dell’ospedale. L’errore avrebbe scatenato una reazione anafilattica che provocò arresto cardiocircolatorio e coma irreversibile, costringendo la paziente al trasferimento prima in rianimazione e successivamente in una struttura per pazienti in stato vegetativo di Santa Maria Capua Vetere, dove morì nel giugno del 2019.
Il pubblico ministero Mario Canale ha sostenuto l’accusa ricostruendo nel dettaglio la catena di omissioni e superficialità che portarono alla morte dell’anziana. Il giudice ha quindi disposto per entrambi gli imputati una pena di un anno di reclusione e l’obbligo di risarcire i familiari della vittima, in solido con l’ASL Napoli 1 Centro, con la somma da quantificarsi in sede civile.
Il medico è stato difeso dall’avvocato Enrico Ferraro del foro di Napoli, mentre l’infermiera si è avvalsa della difesa dell’avvocato Raffaele Crisileo di Caserta. I familiari della signora Maiellaro erano rappresentati dall’avvocato Vincenzo Di Vaio di Aversa.
Un caso che riaccende l’attenzione sulle procedure di sicurezza e verifica nei reparti ospedalieri e sull’importanza del rispetto rigoroso delle annotazioni cliniche per evitare tragedie simili.