Fratello ucciso dopo lite, colpo partito per errore

Mondragone. Si è tenuta questa mattina, davanti alla Corte d’Assise, la nuova udienza del processo a carico di Antonio Cennami, attualmente detenuto, accusato dell’omicidio del fratello. I capi d’imputazione comprendono l’aggravante dei futili motivi e la detenzione illegale di arma da fuoco.
Durante l’udienza, il Pubblico Ministero, dott.ssa Pannone, l’avvocato Lorenzo Montecuollo per i familiari della vittima, e gli avvocati Angelo Raucci e Antonio Miraglia per la difesa dell’imputato, hanno confermato il consenso all’acquisizione di tutto il materiale investigativo già agli atti.

Nel corso del dibattimento, Cennami ha fornito la propria versione dei fatti, sostenendo che la tragedia sarebbe stata frutto di un incidente involontario: secondo quanto riferito, il colpo sarebbe partito accidentalmente. Ha inoltre giustificato il possesso dell’arma spiegando di portarla con sé per paura di subire aggressioni, dichiarando di averla sempre tenuta per autodifesa.

L’imputato, tuttavia, risulta recidivo per precedenti episodi di detenzione illegale di armi, circostanza che aggrava ulteriormente la sua posizione. Secondo l’accusa, Cennami avrebbe sparato al fratello con una pistola Beretta calibro 9 corto, con matricola abrasa, colpendolo mortalmente alla gola, in particolare all’altezza della carotide sinistra e del rachide cervicale, nei pressi del Bar Brunetti di Mondragone.
Il gesto, secondo quanto riportato dal Gip nella convalida dell’arresto, sarebbe stato motivato da ragioni di scarsa rilevanza, definite di “poco conto”.
La prossima udienza, fissata per il 25 novembre 2025, sarà dedicata alla discussione delle parti, cui seguirà la camera di consiglio e, infine, la sentenza della Corte.

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