MATESE. Emergono nuovi particolari nel processo sull’omicidio dell’imprenditore immobiliare Sandro Ottaviani, scomparso nel 2008 e mai più ritrovato. Al centro del dibattimento, in corso davanti alla Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere, c’è la Nissan Patrol che secondo la Procura sarebbe stata impiegata per nascondere il corpo della vittima.
Durante l’ultima udienza è stato ascoltato l’uomo che aveva acquistato il fuoristrada dall’imputato Alfredo Carini, coinvolto insieme ad Antonio Cataldo Russo con le accuse di omicidio, occultamento e soppressione di cadavere. Il testimone ha raccontato di aver versato un acconto per l’auto, scoprendo solo dopo che il passaggio di proprietà era avvenuto a sua insaputa e che il mezzo, al momento della consegna, si trovava in condizioni disastrose. La vettura – ha riferito – continuava a perdere olio e gasolio durante il tragitto e risultava diversa per colore e assetto rispetto a quanto pattuito.
Dalle sue dichiarazioni è emerso che, nell’aprile del 2008, la Nissan Patrol era ancora nella disponibilità di Carini, particolare che rafforza la tesi degli inquirenti sulla possibile utilizzazione del mezzo nelle fasi successive al delitto.
Nel corso dell’udienza è stata ascoltata anche una donna, parente di un testimone già interrogato più volte, che avrebbe permesso ai due imputati di sostare con l’auto in una piazzola vicino alla sua abitazione perché danneggiata. Dalle intercettazioni acquisite risulta che l’uomo era infastidito dalle supposizioni della parente, che collegava quell’episodio alla sparizione di Ottaviani.
Il processo, che proseguirà a dicembre con l’ultimo testimone dell’accusa, cerca di chiarire la dinamica di un delitto rimasto senza corpo ma con numerosi indizi. Secondo la ricostruzione della Procura, Ottaviani fu attirato con un pretesto a Dragoni, nella zona di Ponte Margherita, per definire una trattativa immobiliare e riscuotere 175 mila euro di arretrati. In quell’occasione sarebbe stato ucciso e il cadavere fatto sparire.
Nonostante le ricerche condotte negli anni, il corpo dell’imprenditore non è mai stato rinvenuto. L’inchiesta, durata a lungo e fondata su un articolato lavoro investigativo, ha però delineato un quadro di gravi indizi a carico dei due imputati.