CASERTA. Quasi un milione di euro di risarcimento per un errore medico. È questa la cifra riconosciuta in Appello a una famiglia casertana dopo una lunga battaglia legale contro l’Asl di Caserta e una dottoressa, accusata di malpractice sanitaria in una struttura dell’azienda. Ma la storia non è ancora finita: la causa approda ora in Cassazione.
L’Azienda Sanitaria Locale ha incaricato l’avvocato Michele Pascarella di difendere l’ente nel giudizio di terzo grado, a seguito del nuovo ricorso presentato dai genitori della giovane paziente. I due chiedono un risarcimento maggiore rispetto a quello stabilito in secondo grado, ritenendo la somma assegnata non proporzionata ai danni subiti dalla figlia.
Il caso era stato affrontato inizialmente dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che nel 2021 aveva condannato l’Asl e la professionista a pagare complessivamente oltre 1,8 milioni di euro, di cui 1,46 milioni destinati alla minore.
In Appello, però, la cifra è stata notevolmente ridimensionata: la Corte di Napoli, nel 2025, ha riconosciuto 722.809 euro alla ragazza e 80.760 euro a ciascuno dei genitori (in precedenza erano 168.250). Ridotto anche l’importo previsto per le spese future, passato da 100.000 a 79.114 euro.
Il ridimensionamento del risarcimento ha spinto la famiglia a presentare ricorso in Cassazione, mentre anche la dottoressa coinvolta ha impugnato la decisione, chiedendo di essere completamente prosciolta da ogni responsabilità, dopo che la Corte aveva già escluso la copertura della sua compagnia assicurativa.
L’Asl, rappresentata ancora una volta dall’avvocato Pascarella – scelto tramite short list interna e già difensore nel secondo grado di giudizio – cercherà ora di ottenere la conferma della sentenza d’Appello, che ha ridotto in modo significativo l’onere economico dell’azienda sanitaria. Per l’incarico in Cassazione, al legale è stato riconosciuto un onorario complessivo di 6.867,43 euro più Iva, con un acconto del 20% pari a 1.373,48 euro.