SANNIO. Salvatore Ocone, 58 anni, ha confessato agli inquirenti di aver ucciso la moglie Elisa Polcino e di aver aggredito i due figli minori nella villetta di Paupisi, nel Beneventano. Nel corso dell’interrogatorio, l’uomo ha dichiarato che “tutti sono stati colpiti all’interno della casa”. Ha aggiunto: “Mia moglie era aggressiva”, sottolineando come il loro rapporto fosse caratterizzato da “dinamiche familiari conflittuali” e da un atteggiamento “autoritaro e dominante” della donna.
Secondo le prime ricostruzioni, l’omicidio si sarebbe consumato alle prime luci dell’alba. La moglie e la figlia Antonia, 16 anni, sarebbero state colpite mentre dormivano. Più incerta, invece, la dinamica relativa al figlio Cosimo, 15 anni, trovato privo di vita in auto.
Dopo l’aggressione, Ocone ha caricato i ragazzi e si è diretto verso il Molise. La vettura è stata localizzata dai carabinieri in un uliveto di Ferrazzano, grazie al supporto aereo di un elicottero. All’arrivo dei militari, l’uomo non ha opposto resistenza. Antonia era in condizioni critiche e trasportata d’urgenza al Neuromed di Pozzilli, dove è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico per un grave trauma cranico. La ragazza è ora ricoverata in terapia intensiva in prognosi riservata, ma i medici hanno precisato che non è in pericolo di vita.
Il figlio maggiore, Mario, 23 anni, viveva e lavorava a Rimini. Rientrato a Paupisi appena appresa la notizia, ha chiesto subito notizie della sorella, trascorrendo la notte dai nonni materni. La mattina seguente si è recato in ospedale per starle vicino.
Il procuratore Gianfranco Scarfò ha ricordato che Ocone era stato sottoposto a TSO nel 2011 per una psicosi cronica, ma negli ultimi anni non vi erano state segnalazioni di episodi simili.
Il sindaco Salvatore Coletta ha annunciato il lutto cittadino nel giorno dei funerali di Elisa e Cosimo, con una comunità intera sconvolta dal dolore.