Mondragone. Una relazione finita male e trasformata in ossessione. È questo lo scenario al centro di un’inchiesta che ha portato all’arresto di quattro persone, accusate di aver messo in atto un’azione intimidatoria a colpi di pistola contro l’abitazione di una donna di Falciano del Massico.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti della Procura di Santa Maria Capua Vetere, coordinata dal procuratore Pierpaolo Bruni, l’episodio risale al 19 marzo scorso. Quella sera, un’Alfa Romeo con a bordo più persone avrebbe attraversato via Eucalipti, esplodendo cinque colpi in aria con una pistola calibro 9. Un gesto che, per gli investigatori, aveva un chiaro obiettivo: spaventare la giovane che lì risiedeva, ex compagna di Carlo D’Annolfo, incapace di accettare la fine della relazione interrotta pochi mesi prima.
Il giudice per le indagini preliminari, Daniela Vecchiarielli, ha emesso quattro misure cautelari. In carcere sono finiti Carlo D’Annolfo, 47 anni, e Luigi Fragnoli, 49 anni, quest’ultimo già condannato per reati di stampo mafioso e fratello del noto boss Giacomo. Ai domiciliari, invece, Angelo D’Annolfo, 19 anni, figlio di Carlo, e Vincenzo Pio Carro, 19enne originario di Quarto.
Dalle indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Mondragone, è emerso che la donna, dopo aver interrotto il rapporto, era stata più volte pedinata e destinataria di frasi minacciose. “O sei mia o di nessun altro”, le avrebbe detto l’ex fidanzato in almeno un’occasione.
Le accuse a carico dei quattro comprendono la detenzione e il porto illegale di armi, l’esplosione di colpi in luogo pubblico e le minacce aggravate. Tutti gli indagati restano comunque presunti innocenti fino a una sentenza definitiva.
Il caso riporta alla ribalta un tema purtroppo ricorrente: la violenza che spesso accompagna la fine di una relazione e che trasforma le donne in bersaglio di comportamenti ossessivi e aggressivi. Una dinamica che, questa volta, ha rischiato di trasformarsi in una tragedia.