SANTA MARIA CAPUA VETERE. Torture in carcere, la Procura ribadisce: l’ex comandante è credibile. A dicembre l’Appello per i due agenti assolti
Partirà il prossimo dicembre il processo d’Appello nei confronti degli agenti della polizia penitenziaria Angelo Di Costanzo, 56 anni, originario di Sparanise, e Vittorio Vinciguerra, 53 anni, di San Tammaro, entrambi coinvolti nell’inchiesta sulle violenze avvenute nel penitenziario di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020. I due erano stati assolti in primo grado al termine del giudizio abbreviato.
La prima udienza davanti alla terza sezione della Corte d’Appello di Napoli, celebrata nei giorni scorsi, non ha prodotto risultati concreti a causa di alcune irregolarità nelle notifiche. L’udienza successiva è stata fissata per il 4 dicembre, quando il procuratore generale presenterà la propria relazione e le richieste. Successivamente, il 15 gennaio, prenderanno la parola i legali delle parti civili e i difensori degli imputati.
In primo grado il gup di Santa Maria Capua Vetere, Pasquale D’Angelo, aveva assolto entrambi gli agenti, respingendo la richiesta della Procura che aveva sollecitato 6 anni di carcere per Di Costanzo e 3 anni e 8 mesi per Vinciguerra. Il verdetto è stato impugnato dai magistrati, che hanno contestato anche la decisione del giudice di ritenere inattendibile l’allora comandante del carcere, Gaetano Manganelli.
Secondo il gup, Manganelli avrebbe rilasciato dichiarazioni di comodo per distogliere sospetti da sé stesso e per guadagnarsi il favore della pubblica accusa. Una tesi respinta dalla Procura, che invece considera le sue parole decisive: l’ex comandante, visionando i filmati agli atti, avrebbe infatti riconosciuto con certezza proprio Di Costanzo tra gli agenti coinvolti.