Appalti, Procura vuole altri arresti: rischia un politico

 

Arienzo/Caserta. A una settimana dalla decisione del gip del Tribunale di Napoli, Nicola Marrone, che aveva firmato misure cautelari nei confronti di 17 persone, arriva un nuovo sviluppo nell’inchiesta sugli appalti dei rifiuti e delle sanificazioni tra Caserta e Napoli. La Procura partenopea ha infatti presentato ricorso al Tribunale del Riesame contro l’ordinanza che aveva escluso l’associazione camorristica e l’aggravante mafiosa.

Il giudice, dopo gli interrogatori conclusi a giugno, aveva accolto solo in parte le richieste della Procura: dieci provvedimenti di custodia, tra carcere e domiciliari, e altre sette misure interdittive o divieti di dimora. Tra i destinatari figurano l’imprenditore dei rifiuti Nicola Ferraro, ex consigliere regionale già condannato in passato per concorso esterno in camorra, e Giuseppe Guida, sindaco sospeso di Arienzo. Coinvolti anche l’ex rettore dell’Università Parthenope di Napoli Antonio Garofalo e amministratori locali del Napoletano e del Sannio.

Secondo l’accusa, si trattava di un sistema consolidato che garantiva appalti pilotati nel settore ambientale e sanitario a imprese vicine a Ferraro, attraverso tangenti, sostegni politici e scambi elettorali. Per i magistrati antimafia, l’ex consigliere avrebbe esercitato una vera “autorevolezza mafiosa”, capace di influenzare enti pubblici non solo in Campania ma anche in Sicilia.

Nonostante ciò, per il gip Marrone quella autorevolezza non bastava a configurare l’appartenenza al clan dei Casalesi. Una linea che la Procura contesta con forza, ritenendo provato il legame tra gli indagati e l’organizzazione criminale. Contestualmente è stato impugnato anche il mancato accoglimento delle misure a carico di altri politici e amministratori, tra cui l’ex consigliere regionale Luigi Bosco, il consigliere comunale di Napoli Luigi Grimaldi e l’ex sindaco di San Giorgio del Sannio Angelo Ciampi.

L’inchiesta, durata oltre un anno e mezzo e sorretta anche da sequestri milionari e testimonianze chiave, resta dunque aperta e sarà ora il Riesame a pronunciarsi sul ricorso della Procura.

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