Muore per una dose letale, nei guai il pusher che gli ha fornito la roba

SANTA MARIA CAPUA VETERE. È iniziata questa mattina, presso il tribunale sammaritano, l’udienza preliminare nei confronti di Kasse Mbagnik, 59 anni, chiamato a rispondere delle accuse di cessione di sostanza stupefacente e omicidio colposo.

L’uomo, secondo quanto ricostruito dall’accusa, avrebbe avuto un ruolo diretto nella tragica morte di Giuseppe Spremulli, un giovane di appena 28 anni deceduto nel febbraio del 2018 a Castel Volturno. Quel giorno, Mbagnik avrebbe ceduto al ragazzo una dose di eroina in cambio di denaro. L’assunzione della sostanza si sarebbe poi rivelata fatale, provocando la morte del giovane poche ore dopo.

La vicenda è tornata in aula dopo anni di indagini e accertamenti che hanno cercato di chiarire le responsabilità penali del presunto pusher. Per la procura, la condotta dell’imputato non si sarebbe limitata alla semplice vendita di droga, ma avrebbe determinato in maniera diretta l’evento letale, aprendo così la strada all’accusa più grave di omicidio colposo.

Nel procedimento si sono costituite parte civile i familiari della vittima, che da sette anni attendono giustizia. A rappresentare la madre e la sorella l’avvocato Filippo Barberi Spirito, che in aula ha ribadito come la tragedia abbia segnato in maniera irreparabile la vita della famiglia, chiedendo al giudice di riconoscere la responsabilità dell’imputato.

Il processo si preannuncia complesso, con il vaglio di testimonianze e prove raccolte negli anni successivi al decesso. Per i familiari, la speranza è che il percorso giudiziario possa finalmente restituire un senso di giustizia a una vicenda che ha lasciato una profonda ferita nella comunità di Castel Volturno.

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