CASAL DI PRINCIPE. Un appezzamento di circa 500mila euro a Grazzanise è il fulcro della nuova indagine che ha portato all’arresto di Antonio Schiavone, fratello di Francesco “Sandokan” Schiavone, storico capo dei Casalesi detenuto da 27 anni in regime di 41 bis. L’area, secondo la ricostruzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, era stata in passato intestata a un prestanome per evitare i sequestri patrimoniali.
Alla morte dell’intestatario fittizio, i figli avevano deciso di affittare il terreno a un terzo soggetto. Qui sarebbe intervenuta la rete familiare del boss: Ivanhoe, figlio di Sandokan già arrestato a luglio, e un altro uomo avrebbero costretto l’affittuario a rinunciare al contratto e al diritto di prelazione, favorendo una vendita rapida per 250mila euro a un acquirente di loro fiducia.
Secondo la Procura, Antonio Schiavone avrebbe avuto il compito di amministrare i beni schermati da intestazioni fittizie, garantendo così un flusso economico stabile a sostegno del fratello detenuto e dei familiari. L’inchiesta, condotta dal 2024 al 2025, si è basata su intercettazioni ambientali e telefoniche, colloqui registrati in carcere tra Sandokan e i suoi congiunti, oltre alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia come Nicola Schiavone, figlio primogenito del boss.
Il gip del Tribunale di Napoli, Federica Girardi, ha disposto per Antonio la custodia cautelare in carcere, mentre per altri due indagati – Francesco Paolella, 72 anni, e Amedeo De Angelis, 57 anni – sono stati ordinati i domiciliari. Tra gli altri coinvolti figurano anche Giovanni Paolella, 44 anni, ed Emilio Graziano, 54 anni, residenti tra Casal di Principe e San Cipriano d’Aversa.
Antonio Schiavone, già finito in passato nelle inchieste “Spartacus 2” e “Spartacus 3” ma poi assolto, era tornato in libertà dopo periodi di detenzione. L’arresto di ieri, arrivato a poche settimane da quello del nipote Ivanhoe, segna un nuovo colpo alla rete familiare dell’ex primula rossa dei Casalesi.