Una tazzina verso i 2 euro: perché il caffè è sempre più caro e aumenterà ancora

NAZIONALE – Il caffè, simbolo indiscusso della quotidianità italiana, rischia di trasformarsi da rito popolare a bene di lusso. Secondo un’analisi del Centro studi di Unimpresa, entro la fine del 2025 il prezzo medio di un espresso al bar potrebbe arrivare a 2 euro a tazzina, segnando un aumento superiore al 50% rispetto al 2020, quando il costo medio era di appena 87 centesimi.

La traiettoria dei prezzi, già in salita dopo la pandemia, racconta un cambiamento strutturale: 1,03 euro nel 2021, 1,18 nel 2023, 1,30 nel 2024. A inizio 2025, la media nazionale si è attestata a 1,22 euro, con forti differenze territoriali: al Sud si trovano ancora caffè sotto l’euro, mentre al Nord le punte superano di molto la media, con 1,43 euro registrati a Bolzano.

Le ragioni dell’impennata sono molteplici:

Ad aggravare la situazione sono arrivati i dazi statunitensi sul caffè brasiliano, in vigore dal 6 agosto 2025: un’imposta del 50% che ha fatto schizzare i prezzi internazionali. In poche settimane l’Arabica alla borsa di New York è passata da 2,84 a quasi 4 dollari per libbra, con un aumento del 30%.

Il Brasile, che da solo copre il 40% della produzione mondiale di Arabica e il 30% di Robusta, resta l’attore chiave. La Colombia cerca di colmare il vuoto, ma i suoi volumi sono insufficienti.

Se la tendenza non rallenterà, il caffè potrebbe perdere il suo ruolo di rito quotidiano accessibile a tutti, trasformandosi in un piacere per pochi.

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