Quindici scarcerazioni nel clan per un cavillo

Afragola. Aumentano le scarcerazioni nel maxi-processo al clan Moccia: dopo i primi nove provvedimenti emessi il primo agosto, altri sei imputati sono stati rimessi in libertà per il superamento dei limiti massimi di custodia cautelare. Tra i 15 ora fuori dal carcere figurano Antonio, Luigi e Gennaro Moccia. Solo Angelo Moccia resta detenuto, ma per un’altra inchiesta.

La presidente della Corte d’Appello di Napoli, Maria Rosaria Covelli, ha avviato verifiche interne per fare chiarezza. Il primo passo è la richiesta di una relazione dettagliata al presidente del Tribunale, Gian Piero Scoppa. Anche il Ministero della Giustizia potrebbe intervenire.

Il processo ha origine dal decreto di giudizio immediato del 25 luglio 2022. Dopo un rimpallo di competenze tra i tribunali di Aversa e Napoli, l’iter è partito solo nel gennaio 2023. Sessanta udienze dopo, il dibattimento è ancora in corso. A giugno 2023 era scattata la sospensione dei termini, ma i giudici hanno ritenuto che i tre anni di custodia cautelare, stabiliti dalla legge, fossero ormai scaduti.

Nonostante le scarcerazioni, i magistrati hanno evidenziato la gravità delle accuse e disposto divieti di dimora in Campania e Lazio e obblighi di firma per i coinvolti. Intanto, la Procura valuta se presentare ricorso al Riesame o in Cassazione, sostenendo che il calcolo dei termini dovrebbe partire da quando il fascicolo è arrivato a Napoli e non dal primo decreto. La partita giudiziaria resta aperta.

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