MARCIANISE/MADDALONI/RECALE. La Procura di Napoli ha concluso le indagini relative a un grave episodio che vede coinvolto un minorenne con difficoltà psichiche, costretto a esercitare la prostituzione da alcune persone. Il giro però potrebbe allargarsi puntando sul mediatore. Sono sei attualmente indagati, tra chi avrebbe organizzato gli incontri e chi, invece, avrebbe pagato per avere rapporti sessuali con il ragazzo.
Il pubblico ministero Luigi Santulli ha ufficializzato la chiusura delle indagini preliminari e ora si valuterà se avanzare la richiesta di processo. Gli imputati principali accusati di aver messo in moto questa rete sono P. P., 28 anni, originario di Marcianise ma residente a Recale; F.M., 32 anni, di Recale; e F.A.M., 34 anni, nato a Napoli.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, questi tre avrebbero orchestrato la prostituzione del ragazzo quando aveva 16 anni. In casi specifici, il minore sarebbe stato condotto nelle abitazioni di alcuni clienti, tra cui V.B., 49 anni, di Orta di Atella, e I.C., 34 anni, di Marcianise, che avrebbero pagato per consumare rapporti sessuali con lui.
Un altro indagato, A.C., 58 anni di Maddaloni, avrebbe avuto incontri analoghi acquistando le prestazioni sessuali del giovane, sempre accompagnato da P.P., che fungeva da mediatore.
Al gruppo di sei persone indagate viene contestato il reato di prostituzione minorile. Elemento ancora più inquietante è l’uso di sostanze stupefacenti: in un’occasione, il minore avrebbe ricevuto cocaina da V.B., che a sua volta l’avrebbe fornita in cambio dell’accompagnamento organizzato da M. Il ragazzo vantava anche un cellulare con cui veniva contattato per altri incontri, ricevendo compensi fino a 500 euro.
Inoltre, si segnala una minaccia di estorsione: M. avrebbe aggredito il giovane per impossessarsi del denaro guadagnato dagli incontri, utilizzando intimidazioni fisiche.
Tutti gli indagati sono considerati innocenti fino a una condanna definitiva. La difesa è affidata agli avvocati Sabato Graziano, Carmine Nacca, Agostino Russo e Vincenzo Restivo, che lavoreranno per dimostrare l’estraneità delle persone coinvolte.