CASERTA/CASAL DI PRINCIPE. Due mesi di sospensione confermati per un ex dirigente della Polizia di Stato, già operativo nel Casertano, al termine di un lungo procedimento disciplinare, nonostante una precedente assoluzione in ambito penale. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania ha rigettato il suo ricorso, convalidando la misura adottata.
Il protagonista della vicenda, oggi in quiescenza, era stato coinvolto in un’inchiesta che ipotizzava favori nel rilascio di licenze per porto d’armi a soggetti ritenuti vicini al clan dei Casalesi, in cambio di presunti compensi di 2.500 euro a favore della sua compagna, un’avvocata. La giustizia penale lo aveva assolto nel 2021 per carenza di prove, ma il comportamento giudicato “non coerente con la funzione pubblica ricoperta” aveva comunque attivato l’azione disciplinare.
Il Consiglio di Disciplina aveva inizialmente suggerito una semplice sanzione pecuniaria, ma il Capo della Polizia ha optato per una misura più severa: due mesi di sospensione. Il TAR ha ora dato ragione all’amministrazione, chiarendo che la mancanza di una condanna penale non impedisce di riconoscere una responsabilità sotto il profilo disciplinare, se il comportamento tenuto risulta lesivo per l’immagine dell’istituzione.
Il procedimento è durato quattro anni. L’ex dirigente aveva lamentato l’inerzia dell’amministrazione rispetto alle sue istanze di accesso agli atti e successivamente aveva fatto ricorso contro la sospensione e richiesto un risarcimento. Tutte le sue istanze sono state respinte, ma il TAR ha stabilito la compensazione delle spese legali.