Bimbo di 6 anni muore dopo caduta in piscina, l’appello di “Assopiscine”

Salerno. Una tragedia ha scosso la comunità di Campigliano, comune in provincia di Salerno. Giovedì, un bambino di soli sei anni, stando alle prime ricostruzioni, mentre era in una piscina, è caduto in acqua.

Non si sa ancora cosa abbia provocato la caduta, ma pare abbia ingerito molta acqua. Subito sono corsi sul posto i sanitari del 118 che hanno prestato il primo soccorso per poi trasportarlo d’urgenza in ospedale. I medici hanno tentato di salvarlo, ma dopo due giorni, oggi, la terribile notizia, il piccolo non ce l’ha fatta.

Sulla tragedia è intervenuto il Presidente Ferruccio Alessandria di “Assopiscine” (Associazione Italiana Piscine e Wellness): “Serve una legge nazionale: non possiamo più affidarci al caso o alla sola responsabilità dei singoli”

Di seguito le parole dell’associazione e il loro appello:

Assopiscine esprime profonda vicinanza e cordoglio alla famiglia del bambino di 6 anni deceduto dopo due giorni di ricovero in seguito a un incidente avvenuto in una piscina a Campigliano (SA).

Secondo le prime ricostruzioni, il piccolo sarebbe caduto in acqua accidentalmente, riportando conseguenze gravissime che non gli hanno lasciato scampo. Una tragedia che si aggiunge a una dolorosa serie di episodi simili, che richiamano con forza l’urgenza di rafforzare le misure di prevenzione e sicurezza negli impianti e nei contesti acquatici aperti al pubblico.

“Di fronte a eventi drammatici come questo non possiamo fermarci al dolore e alla solidarietà” – dichiara Ferruccio Alessandria, presidente di Assopiscine – “Chiediamo da tempo una legge nazionale sulla sicurezza nelle piscine, che imponga standard minimi e obblighi chiari, come già accade in altri Paesi europei. La prevenzione non può dipendere solo dal senso di responsabilità individuale: deve essere un impegno collettivo e normato.”

Assopiscine ricorda che, anche in strutture prive di apparenti criticità, la sorveglianza attiva, la presenza di personale adeguatamente formato, la segnalazione chiara delle aree di rischio, e l’adozione di sistemi di sicurezza passiva rappresentano strumenti fondamentali per ridurre il rischio di incidenti.

“Serve un salto culturale e normativo – aggiunge Alessandria – La sicurezza in acqua non può essere considerata un optional. È un diritto per chi frequenta piscine e parchi acquatici e un dovere inderogabile per chi li gestisce.”

Assopiscine rinnova la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni per la definizione di un quadro normativo nazionale e prosegue il proprio impegno nel promuovere campagne di sensibilizzazione, percorsi di formazione per operatori e buone pratiche per la gestione sicura degli impianti acquatici.”

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