MONDRAGONE . Giacomo Fragnoli, per anni indicato come figura di spicco dell’organizzazione criminale che porta il suo cognome, ha lasciato il carcere in seguito a un provvedimento del magistrato di sorveglianza di Catanzaro. La decisione arriva dopo l’accoglimento di una richiesta presentata dai suoi legali, gli avvocati Luca Pagliaro e Angelo Raucci.
Fragnoli era detenuto nel penitenziario di Vibo Valentia, dove stava scontando una condanna per l’omicidio di Giuseppe Mancone, noto con il soprannome di “Rambo”, assassinato il 14 agosto di ventidue anni fa nei pressi del Roxy bar di Mondragone. Il delitto fu eseguito da due sicari legati al clan Birra di Ercolano, gruppo allora alleato ai Fragnoli.
Il processo per quell’omicidio si era concluso con una condanna a vent’anni di reclusione, ridotti a 15 anni e 2 mesi grazie alla scelta del rito abbreviato e alla mancata impugnazione della sentenza. Successivamente, i difensori hanno avanzato istanza di “continuazione” tra questa pena e una precedente inflitta a Fragnoli per reati di associazione mafiosa ed estorsione. Il giudice dell’esecuzione, Fabio Provvisier del Tribunale di Napoli, ha accolto la richiesta, stabilendo una pena unificata di 20 anni complessivi.
L’uscita anticipata dal carcere è stata possibile grazie alla concessione di 90 giorni di liberazione anticipata, beneficio che ha permesso all’ex capoclan di evitare gli ultimi mesi di detenzione, che sarebbero scaduti nel prossimo ottobre.
Giacomo Fragnoli, considerato in passato erede criminale del padre Giuseppe e vicino a personaggi come Augusto La Torre, torna dunque in libertà dopo una lunga detenzione per reati gravissimi connessi alla camorra mondragonese.