MARCIANISE/BELLONA/ACERRA/TRENTOLA DUCENTA/SAN FELICE A CANCELLO. Radiografie contraffatte e certificati medici sospetti sarebbero stati utilizzati per simulare ferite inesistenti in falsi sinistri stradali. È questa l’accusa al centro dell’indagine coordinata dalla Procura di Milano, che ha disposto il rinvio a giudizio per oltre venti persone, sospettate di aver messo in piedi un sistema fraudolento volto a ottenere risarcimenti indebiti da compagnie assicurative.
Secondo quanto emerso dalle indagini, gli episodi contestati risalirebbero agli anni 2019 e 2020. I presunti responsabili avrebbero orchestrato una serie di incidenti mai realmente avvenuti, corredando le denunce con documentazione medica ritenuta fittizia, allo scopo di simulare lesioni fisiche e ottenere così illeciti indennizzi.
Tra gli imputati figurano: Francesco Gaglione (24 anni, Marcianise), Marcello Lettuci (27, Marano di Napoli), Francesca Rinaldi (29, Melito), Claudio Di Pasquale (53, Sessa Aurunca), Leonardo Apuzzo (48, Bellona), Carmine Delle Bovi (42, Irpinia), Miziade Pagliuca (33, Avellino), Sossio Vitale (52, Trentola Ducenta), Francesco Pomponio (36, Frattamaggiore), Maria Regina Coppola (61, Brusciano), Michele Stringile (31, Acerra), Alessia Del Prete (27, Casal di Principe), Anna Damiano (63, Casoria), Primo Matano (41, Sessa Aurunca), Rudjon Hoxha (36, Giugliano), Vincenzo Montano (38, San Felice), Warda Rahal (48, Avellino), Roberto Di Resta (23, Sessa Aurunca), Alessandra Orabona (32, Sessa Aurunca), Giuseppe De Santis (62, Napoli), Mario D’Angelo (66, Napoli).
L’apertura del procedimento penale è fissata per il mese di marzo 2026 presso il Tribunale di Milano. I soggetti coinvolti rispondono dell’accusa di frode ai danni di compagnie assicurative e, come previsto dalla legge, restano innocenti fino a sentenza definitiva.
Secondo la ricostruzione della Procura, un ruolo chiave nell’organizzazione lo avrebbe avuto Mario D’Angelo, tecnico specializzato in radiologia medica, accusato di aver fornito immagini cliniche non veritiere per avallare i falsi referti. Coinvolto anche Giuseppe De Santis, medico chirurgo, che avrebbe redatto certificazioni a supporto delle false dichiarazioni. Diverse delle presunte simulazioni sarebbero state eseguite presso un centro sanitario privato a Trentola Ducenta.