Casal di Principe. A quasi due decenni dai fatti, si è chiusa una nuova fase del lungo iter processuale legato all’inchiesta denominata “Il Principe e la scheda ballerina”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. L’indagine coinvolse oltre sessanta persone, tra cui politici, funzionari pubblici e imprenditori ritenuti vicini al clan dei Casalesi, operanti nel territorio di Casal di Principe.
Al centro del procedimento vi era anche Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’Economia durante il governo Berlusconi, finito sotto accusa per aver – secondo l’ipotesi accusatoria – favorito, senza riuscirci, l’ottenimento di un finanziamento per la realizzazione di un centro commerciale chiamato proprio “Il Principe”. Struttura che, in realtà, non fu mai costruita. Dopo anni di battaglie giudiziarie, Cosentino è stato assolto con formula piena.
La Corte di Cassazione, già nel 2019, aveva disposto il riesame per una quindicina di posizioni, rinviando ad altra sezione della Corte d’Appello di Napoli. Ora, dopo il nuovo passaggio in secondo grado, è arrivata una sentenza che chiarisce molte posizioni ma potrebbe non essere definitiva.
Tra le decisioni più rilevanti:
Cipriano Cristiano, ex sindaco di Casal di Principe, vede la sua pena ridotta a 4 anni, 2 mesi e 20 giorni;
Luigi Corvino condannato a 5 anni e 4 mesi;
Giovanni Lubello, legato alla famiglia Bidognetti, a 3 anni e 6 mesi;
Demetrio Corvino e Arturo Cantiello ricevono 1 anno e 8 mesi con pena sospesa.
Cinque imputati, invece, sono stati assolti in via definitiva: Mirella Cirillo, un altro Luigi Corvino, Eleonora Alfieri, Vincenzo Schiavone e Vincenzo Falconetti. Per Luca e Gennaro Diana è intervenuta la prescrizione, mentre per Sebastiano Ferraro e Antonio Cantiello, entrambi deceduti, è stata dichiarata l’estinzione del reato.
L’inchiesta, avviata nel 2011, si basava sulle testimonianze di 12 collaboratori di giustizia, non tutti ritenuti attendibili. Il fulcro era l’intestazione fittizia di beni da parte di imprenditori a membri del clan. Le accuse di associazione camorristica sono però cadute per molti dei coinvolti.
Il processo principale partì a Santa Maria Capua Vetere e fu poi diviso in più filoni, con procedimenti distinti fino alla Cassazione. Nell’ultima fase processuale sono stati coinvolti, tra gli altri, i legali Alfonso Quarto, Romolo Vignola, Carlo De Stavola, Giuseppe Stellato, Ferdinando Letizia e Francesco Picca.
In totale, oltre sessanta soggetti sono stati toccati dal procedimento in vent’anni di indagini, arresti, rinvii e sentenze. Resta da capire se qualcuno deciderà di impugnare la decisione con un nuovo ricorso in Cassazione.