Truffe sugli incidenti, 36 rischiano grosso. Undici patteggiano

 

Marcianise/Maddaloni/Aversa. Undici degli indagati finiti al centro dell’inchiesta sulle frodi assicurative smascherate dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Aversa e dai militari del NAS di Caserta, hanno avanzato richiesta di patteggiamento. Si tratta di Antonio Paolo Caterino, Fortunata Caterino, Andrea Cipullo, Carmine D’Aniello, Raffaella D’Aniello, Antonietta Dello Margio, Michele Del Vecchio, Antimo Iuliano, Angelo Palmiero, Patrizia Rubino ed Esterina Tavoletta. È stata invece separata la posizione giudiziaria di Luciano Cremona.

 

Le indagini, coordinate dalla pm Gerardina Cozzolino e culminate con 23 misure cautelari, hanno fatto luce su una rete ben organizzata che avrebbe orchestrato raggiri per oltre 4 milioni di euro a danno delle compagnie assicurative. Al centro del sistema, un meccanismo fraudolento che prevedeva l’invio nei Pronto Soccorso di persone con fratture pregresse, che si presentavano con nomi falsi e documenti contraffatti per ottenere certificati medici attestanti lesioni mai riportate in incidenti reali.

 

La truffa non si fermava qui. In diversi casi, soggetti completamente in salute venivano accompagnati negli ospedali di Maddaloni e Marcianise, dove – secondo quanto ricostruito – medici compiacenti, in cambio di denaro, producevano certificazioni mediche fittizie. Questi documenti, fuori dai canali ufficiali di registrazione sanitaria, venivano poi autenticati da un infermiere responsabile dell’archivio clinico, così da eludere eventuali verifiche da parte delle agenzie investigative incaricate dalle assicurazioni.

 

Ulteriore materiale a sostegno delle richieste di risarcimento comprendeva documenti firmati da professionisti del settore medico operanti in strutture pubbliche e private convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale. Sono stati rinvenuti anche referti diagnostici rilasciati da centri non in regola sotto il profilo autorizzativo e intestati a soggetti prestanome. In alcuni casi, un componente del gruppo avrebbe fornito fatture false per trattamenti fisioterapici mai svolti, pur non avendo i titoli per esercitare la professione.

 

Nel corso delle indagini, sono stati sottoposti a sequestro beni per oltre 600mila euro riconducibili a due medici, inclusi contanti ritrovati durante le perquisizioni. I carabinieri hanno inoltre acquisito più di 1.700 certificati sanitari sospetti conservati presso l’ospedale di Marcianise e la sede del Consorzio C.S.A. di Cancello Arnone, incaricato dell’archiviazione per l’ASL. Sequestrati anche uno studio di diagnostica a Qualiano, insieme alle apparecchiature, e un centro fisioterapico a Casal di Principe.

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