San Marco Evangelista. Un cruento omicidio ha scosso la città di San Marco Evangelista lunedì sera, notizia lanciata in anteprima dalla nostra testata giornalistica alle ore 22 e 48, pochi minuti dopo il fattaccio.
A perdere la vita un 26enne di Secondigliano, Stefano Margarita, giunto in paese, assieme ad altri 3 per regolare dei conti riguardanti gli incassi delle truffe agli anziani, poste in essere evidentemente con la complicità di un ragazzo del posto. Tra questi c’era anche un 17enne, ferito lievemente.
Stando alle ricostruzioni delle autorità, il gruppo si era dato appuntamento intorno alle 22 nella piazzetta situata in viale Libertà per stabilire come dividersi i soldi. Sul posto era presente Stefano Margarita, 26 anni, padre di un bambino.
Quest’ultimo, che era con 3amici, avrebbe chiamato Antonio Carozza, 31 anni e figlio di Michele, 57 anni, un imprenditore conosciuto nella zona, avendo un’attività situata lungo la strada provinciale 335. Antonio si è presentato all’appuntamento dopo le diverse telefonate ricevute insieme al padre, che pare fosse ignaro dei vari guai di cui il figlio si sarebbe reso protagonista. Forse, aveva chiesto al padre di accompagnarlo perché aveva paura di una possibile aggressione da parte del suo complice.
Padre e figlio sono giunti sul posto a bordo di un’auto. Carozza si è poi avvicinato all’auto di Margarita. E in quel momento, stando ad alcuni testimoni, è partita la violenza da parte dei 3 che erano insieme a Margarita. Questi ultimi sono scesi dai loro veicoli e si sono scagliati contro il 31enne colpendolo con calci e pugni. L’aggredito ha quindi iniziato a urlare per chiedere aiuto al padre che aveva parcheggiato poco distante, che è subito corso in soccorso al figlio. L’uomo ha cercato di riportare la calma, ma non c’è stato nulla da fare.
Il figlio, per difendersi, ha estratto un coltello e ha minacciato Margarita mentre quest’ultimo era vicino all’auto, e continuava a dirgli che gli doveva la sua parte dei soldi. Carozza ha quindi colpito Margarita. Nemmeno il padre di Carozza, che ha cercato di fare da mediatore, è riuscito a impedire la tragedia.
Il gruppo si è quindi scagliato contro Carozza per quello che aveva appena fatto, e durante l’aggressione caratterizzata da spintoni, pugni e calci, Carozza per difendersi, ha colpito ai fianchi uno dei suoi aggressori, Francesco Milone di Scampia 24 anni e amico di Margarita, sottoposto poi a un intervento chirurgico d’urgenza all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, e ancora oggi ricoverato e in prognosi riservata ma non in pericolo di vita.
Purtroppo Margarita, trasportato in ospedale anche lui insieme all’amico 24enne da due ambulanze subito giunte sul posto, non ce l’ha fatta. I medici hanno tentato in tutti i modi di salvarlo, ma la ferita era troppo profonda al torace ed è deceduto poco dopo il suo arrivo nella struttura ospedaliera. Intanto, padre e figlio, così anche gli amici della vittima, si sono dileguati.
Il padre di Bombolino Carozza, Michele, pare abbia consegnato il coltello usato per compiere l’omicidio a suo padre, con lo scopo di farlo sparire, così da “aiutare” il figlio.
Ad intervenire per primi sul posto sono stati i carabinieri della Stazione di San Nicola La Strada. Sono stati loro che hanno avviato le prime indagini e proprio grazie all’anziano nonno del 31enne sono riusciti a trovare l’arma del delitto usata per colpire Margarita e l’amico. L’83enne, sperando di riuscire a liberarsene, lo aveva lanciato in un terreno vicino. Successivamente il coordinamento delle indagini disposte dalla Procura è stato assunto dai carabinieri della Compagnia di Caserta.
E proprio stando alle prime ricostruzioni dei militari, che inizialmente pensavano che la lite fosse sfociata per motivi di droga, si è scoperto che in realtà tutta la vicenda è partita da delle truffe perpetrate contro degli anziani. Giusto pochi mesi fa, Carozza era stato fermato mentre era in auto dalle autorità e lo hanno trovato con una grande quantità di oro, proveniente di una truffa precedentemente messa a segno.
Durante la nottata, Carozza e suo padre, sono stati individuati e portarti nella caserma di Caserta. Lì sono stati sottoposti all’interrogatorio di rito. I due, ieri pomeriggio, sono stati poi portati nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, e dovranno rispondere di tentato omicidio o omicidio colposo. Il fermo è stato emesso dal sostituto procuratore Gerardina Cozzolino.
Durante la notte, poco dopo l’aggressione e la morte di Margarita, in ospedale si sono presentati amici e parenti della vittima da Secondigliano, alcuni di loro hanno perso la testa distruggendo una panchina, altri hanno persino inveito contro i carabinieri.
Oltre al coltello ritrovato in campagna, nelle tasche della vittima è stata trovata una grossa somma di denaro. Sfortunatamente, la zona in cui è avvenuta tutta la tragica vicenda, non ha telecamere, e così le autorità, per ricostruire l’accaduto, si sono dovuti avvalere delle testimonianze delle persone che erano presenti e stanno anche tentando di risalire agli altri presenti durante la violenza, tra cui pare esserci un minorenne.
Oltre a ciò, si sta indagando anche sul rapporto tra l’omicida e la sua vittima. Pare che i due si siano conosciuti a Secondigliano dove Carozza si sarebbe recato per acquistare del fumo. Da lì, il loro rapporto si sarebbe consolidato divenendo poi complici.
Al momento, il corpo di Margarita si trova nel reparti di Medicina legale dell’ospedale di Caserta. Si attende l’autorizzazione da parte della Procura per eseguire l’autopsia.
In queste ultime ore, sui social, amici e parenti della vittima, hanno deciso di dedicargli diversi messaggi toccanti:
“Non si può accettare fratello, eri bello come il sole. Invidiato da tutti. Ti ami vitami. Hai sempre fatto Miria e mai pietà, sempre stato ricco di amore e sentimenti, quelli veri. Fratello, eri l’unico a distinguere ancora la vera amicizia dagli interessi. Ti porterò sempre nel cuore vitami” scrive un amico.
“Anche se non sei più con noi, il tuo sorriso e il tuo amore vivono in ogni ricordo. Ci hai distrutti, no ti dimenticherò mai. Hai portato con te un pezzo del mio cuore” scrive un altro