CASAGIOVE. Dietro quella porta, in un’abiazione di Casagiove, si nascondeva un passato che non aveva ancora chiuso i conti. Anastasia Harina, 34 anni, originaria dell’Ucraina ma ormai residente da anni nel Casertano, ha visto cambiare di colpo il suo destino: dovrà scontare gli ultimi sette anni di una condanna a dieci nel carcere di Secondigliano, dove è stata trasferita dai carabinieri della stazione locale.
Ma la vera notizia non è l’arresto, già avvenuto tempo fa. Il retroscena che emerge con forza è un altro: quella sera di giugno del 2022, Anastasia non agì d’impulso. Il suo non fu un gesto improvviso, ma il risultato di un disegno preciso, alimentato da settimane di rabbia repressa e delusione.
Secondo quanto emerso nel corso del processo, la donna aveva architettato un confronto con l’intento di svelare alla moglie dell’uomo la doppia vita condotta dal marito. In realtà, dietro quell’incontro si celava un bisogno urgente di rivalsa. Una volta giunta nell’appartamento di viale Lincoln, la situazione degenerò rapidamente. Parole taglienti, accuse reciproche e poi il silenzio rotto solo dalle urla: Harina impugnò un coltello da cucina e colpì il suo ex all’addome. Cinque fendenti. La compagna tentò di intervenire, ma fu ferita a una spalla.
L’allarme fu lanciato dai vicini, allertati dalle grida. I carabinieri, di pattuglia nei pressi, arrivarono in pochi minuti e bloccarono la donna ancora all’interno dell’appartamento. Le due vittime furono soccorse d’urgenza: l’uomo fu operato d’urgenza all’ospedale “Sant’Anna e San Sebastiano”, mentre la donna venne dimessa nella notte.
Il processo, che si è celebrato presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ha messo in luce l’elemento più inquietante dell’intera vicenda: la premeditazione. Lo ha sottolineato il pubblico ministero Gionata Fiore, chiedendo e ottenendo una condanna iniziale a 12 anni e 5 mesi, poi ridotta in appello a 10 anni grazie alla difesa dell’avvocata Eva Scialdone.
Tre anni li aveva già trascorsi ai domiciliari, con tanto di braccialetto elettronico. Adesso, per Harina, si sono aperte le porte del carcere.
Quella storia di passione finita male si è trasformata in una spirale di ossessione e rancore. È l’ennesima dimostrazione di come la violenza possa covare a lungo e colpire con freddezza. Non solo un caso giudiziario, ma un dramma umano che continua a far riflettere sul bisogno, urgente, di educare alle relazioni sane e alla gestione consapevole delle emozioni.
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