Parcheggi per concerti e aree fast food, investimenti decisi in carcere dal figlio del boss

PARETE/CASTEL VOLTURNO/CASAL DI PRINCIPE. Il Litorale Domizio, con i suoi ampi spazi e la vicinanza al mare, offre un potenziale straordinario per lo sviluppo sociale ed economico. Tuttavia, questo stesso potenziale è stato sfruttato dalla criminalità organizzata, che ha messo radici nella zona attraverso imprenditori compiacenti, pronti a trasformare le opportunità in affari illeciti grazie al sostegno del clan.

Nel contesto di un’inchiesta sul clan dei Casalesi, Vincenzo D’Angelo Biscottino, collaboratore di giustizia dal 2022, ha rivelato dettagli su alcune operazioni illecite, tra cui il coinvolgimento di Antonio Fusco, noto come “Lupin” per l’omonimo mobilificio che gestisce. Secondo D’Angelo, Fusco, genero del boss Francesco Bidognetti, è stato determinante nell’acquisto di terreni di proprietà dei Sementini, destinati a diventare una zona commerciale. L’acquisto, avvenuto tra il 2016 e il 2017, era finalizzato a creare un parcheggio e un immobile per poi darlo in affitto a chi avrebbe gestito il McDonald’s. Il progetto fu discusso con Gianluca Bidognetti durante un incontro in carcere.

L’affare era mirato a sottrarre i terreni ai Sementini, già colpiti da provvedimenti di confisca, così da continuare a incassare i proventi. In seguito, Fusco presentò un progetto per la realizzazione del parcheggio e di locali commerciali, sostenuto anche dal clan.

Un altro affare di Fusco menzionato da D’Angelo riguarda un’area in via Amalfi, utilizzata durante il Jova Beach Party del 2019 per la sosta delle auto. Fusco guadagnò circa 8mila euro da quella destinazione temporanea. In seguito, il progetto di costruire una zona di rimessaggio per barche venne bloccato per violazioni delle normative urbanistiche e ambientali. E’ bene che ricordare che l’organizzazione è assolutamente estranea ed inconsapevole di tutto ciò.

Tutte queste operazioni venivano finanziate, ad ogni modo, con il denaro prelevato direttamente dalla cassa del clan, come confermato dallo stesso D’Angelo, che ha anche rivelato come Fusco mettesse a disposizione un suo immobile per ospitare un uomo legato al clan Stabile di Napoli, costretto a rifugiarsi per motivi di sicurezza.

Le rivelazioni di D’Angelo sono state fondamentali per le indagini, che hanno portato alla luce l’influenza dei cosiddetti “colletti bianchi” del clan, ovvero quegli imprenditori che con le loro attività rafforzavano il potere economico del gruppo criminale.

Nella foto Fusco, D’Angelo e Bidognetti

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