Le mani del clan su turismo e politica, chiesto un secolo e mezzo di carcere. TUTTI I NOMI

Le mani del clan su turismo e politica, chiesto un secolo e mezzo di carcere. TUTTI I NOMI

CASAL DI PRINCIPE/VILLA DI BRIANO/SAN CIPRIANO D’AVERSA. Nel secondo grado di giudizio contro il presunto gruppo criminale operante a Eraclea, con legami col clan dei Casalesi, i pubblici ministeri Roberto Terzo e Federica Baccaglini hanno avanzato richieste di condanna molto severe. In particolare, per Luciano Donadio e Raffaele Buonanno, considerati tra i principali esponenti, la richiesta della procura è di 30 anni di detenzione ciascuno.

Secondo quanto riportato dalla stampa locale, questa rappresenta la pena più alta prevista per reati come usura, estorsione e detenzione di armi. Inoltre, sebbene l’accusa di associazione mafiosa fosse stata esclusa nella sentenza di primo grado, i pm hanno ribadito la loro convinzione sulla sua fondatezza.

Le intercettazioni e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia avrebbero confermato la disponibilità di armi da parte degli imputati. Alcune sarebbero state sequestrate nel corso delle perquisizioni, mentre altre, secondo gli inquirenti, sarebbero finite nelle mani della stessa organizzazione criminale casalese.

Sul fronte delle estorsioni, la difesa di Donadio sta tentando di ridimensionarne il ruolo, ma secondo l’accusa l’imputato e Buonanno operavano sempre insieme per colpire economicamente le vittime. “Donadio era una presenza costante in queste dinamiche”, ha sottolineato la procura. Gli avvocati difensori hanno anche chiesto di derubricare le contestazioni di estorsione in esercizio arbitrario delle proprie ragioni, ma l’accusa ha rigettato tale ipotesi: “Le modalità con cui venivano recuperati i crediti erano chiaramente di stampo mafioso e le vittime ne erano perfettamente consapevoli”.

Oltre alle richieste per Donadio e Buonanno, la procura ha proposto condanne per altri presunti membri del gruppo: 22 anni e 3 mesi per Antonio Pacifico, 12 anni e 2 mesi per Giuseppe Puoti, 10 anni per Giorgio Digiacomo, 9 anni e 6 mesi per Carmelo Floridia, 9 anni per Costantino Positò, 7 anni per Antonello Franzin, 6 anni per Michele Pezone, 5 anni per Angelo Nopetti, 4 anni e 7 mesi per Claudia Zennaro, segretaria di Donadio, e infine 4 anni e 6 mesi per Filomena Iorio, moglie di Buonanno. I Buonanno sono originari di San Cipriano d’Aversa, Puoti di Villa di Briano.

In primo grado, Donadio era stato condannato a 26 anni, ma senza il riconoscimento dell’associazione mafiosa. L’appello potrebbe ora riscrivere il destino giudiziario degli imputati.

 

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