L’aggiornamento
Casal di Principe. Sono Vincenzo Catalano e Raffaele Visconti i due arrestati nel blitz anti usura messo in atto stanotte dai carabinieri della Compagnia di Casal di Principe.
Spicca la figura di Catalano, cugino del ras Raffaele Della Volpe, tirato in ballo secondo le indagini. Della Volpe è estraneo a questa indagine ma venne fermato a luglio nell’inchiesta sugli attentati alle auto a Villa di Briano. Sotto usura sono finite anche persone comuni che avevano bisogno di soldi per fare la spesa o per le giocate quotidiane in ricevitoria.
Il primo lancio
Casal di Principe. La Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli ha delegato i Carabinieri della compagnia di Casal di Principe a dare esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli nei confronti di 2 indagati ritenuti responsabili di usura ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso, in concorso con altri due indagati a piede libero.
Le indagini, svolte dai militari dell’Arma e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli hanno evidenziato una fiorente attività usuraia posta in essere dagli odierni indagati ai danni di numerose vittime.
Gli investigatori hanno riscontrato l’elargizione di ingenti somme a titolo di credito, per le quali i due soggetti avrebbero preteso tassi che si aggirerebbero fra il 25 e il 40% mensile assicurandosi un guadagno stimato di circa 14.000 euro su un singolo prestito di 500 euro.
L’identikit delle vittime disegna imprenditori in difficoltà economiche o persone in grave stato di bisogno che avrebbero avuto la necessità di quelle somme per assicurare le primarie esigenze di vita al proprio nucleo familiare.
L’attività svolta, che ha consentito di ricostruire minuziosamente il giro di denaro nonché la violenza esercitata dai due indagati per assicurarsi il guadagno, ha raccolto elementi emersi dalle intercettazioni e dalle perquisizioni svolte a riscontro, al termine delle quali è stato rinvenuto il libro mastro nel quale risultavano annotati tutti i corrispettivi di denaro in ingresso e in uscita. Le indagini hanno inoltre raccolto le dichiarazioni di molte vittime esasperate le quali, impossibilitate ad onorare i debiti contratti con i due indagati, hanno confermato ai Carabinieri quanto ricostruito.
Alcune di queste sarebbero state oggetto di minacce gravi per consegnare le somme, condotta che ha fatto scattare, nei confronti degli indagati, anche l’imputazione di estorsione. Ad aggravare la loro posizione concorre, infine, la vicinanza a un noto elemento apicale del clan dei casalesi operante nell’agro aversano e recentemente arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Casal di Principe per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso, condizione ben nota alle vittime e che avrebbe agevolato gli indagati nell’ottenere la restituzione delle somme prestate.
Si evidenzia, in ogni caso, che il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.