Lite e spari sul figlio del boss: totalmente liberi i fratelli Taurino

SAN CIPRIANO D’AVERSA/CASAL DI PRINCIPE/SAN MARCELLINO/CASTEL VOLTURNO. Totalmente liberi i fratelli Giuseppe, Francesco e Gennaro Taurino. La corte d’appello di Napoli, prima sezione penale, presieduta dalla dott.ssa Casoria, in accoglimento della tesi difensiva avanzata dall’avvocato Antonio Iorio del foro di Torre Annunziata, difensore dei tre fratelli Taurino, ha totalmente ribaltato la sentenza del tribunale collegiale di Napoli Nord riducendo la pena inflitta ai 3 germani nella misura finale di anni 2 di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, nonostante la gravità dei fatti in contestazione.

I tre fratelli Taurino erano stati tratti in arresto originariamente per estorsione aggravata dal metodo mafioso, attesa la parentela ed il legame con il clan dei Bidognetti operante in territorio casertano, nonché per lesioni gravi, porto e detenzione di arma in pubblico (fucile a doppia canna, mozza e pistola 9×21) nonché di aver esploso colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di Caterino Tammaro (figlio del boss Sebastiano Caterino, ucciso dai Casalesi nel 2003, detto l’evraiuolo)

Nonostante dette imputazioni gravi la corte d’appello di Napoli, condividendo la tesi proposta dall’avvocato Iorio, riqualificando i fatti contestati nell’ipotesi di esercizio arbitrario delle proprie ragioni aggravato dall’utilizzo dell’arma, ha riformato in toto la sentenza di primo grado, applicando così ai tre fratelli la pena minima di anni 2 di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, rimettendoli di conseguenza in totale libertà.

L’episodio

I fatti risalgono al 9 giugno 2023, allorquando, all’esterno di un bar sito nel centro del comune di San Cipriano d’Aversa, veniva esploso un colpo di pistola all’indirizzo di una autovettura, che perforava il portellone del cofano posteriore, in prossimità del lunotto.

Il tutto dopo che due dei tre fratelli si erano poi incontrati lo stesso giorno con Tammaro Caterino per un chiarimento trasformatosi in lite con l’esplosione del colpo di pistola.

Le immediate attività d’indagine consentivano di rilevare che a sparare era stato il conducente di una vettura che, dopo aver seguito quella attinta, aveva fatto fuoco per poi fuggire in direzione di San Marcellino.

Il successivo sviluppo delle investigazioni, forte di un’importante attività d’analisi dei sistemi di videosorveglianza presenti in zona e dell’incrocio delle relative evidenze con ulteriori acquisizioni informative, permetteva di acclarare che l’avvenimento era stato l’epilogo di una violenta lite avvenuta pochi minuti prima tra le due persone presenti all’interno dell’auto attinta dal colpo di pistola e gli altrettanti occupanti della vettura da cui il colpo era stato esploso.

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