Agguati a due fratelli, stangata per un uomo del clan

MARCIANISE/CAPODRISE. Diventa definitiva la condanna per Pasquale Di Vilio, 49 anni, ritenuto vicino al clan Belforte. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta di ricalcolo della pena ritenenendolo innammissibile.

Di Vilio fu coinvolto nelle indagini relative all’omicidio di Nazzareno Mancino, avvenuto il 7 aprile del 1999 e al tentato omicidio del fratello Saverio Mancino, avvenuto l’8 settembre del 2002.  Nazzareno Mancino fu ucciso a colpi di kalashnikov nel bar Russo in via Roma a Marcianise. Il pregiudicato fu avvicinato da un uomo con il volto coperto dal casco che esplose i colpi dopo un breve inseguimento nel locale. Nel corso dei rilievi tecnici effettuati dal personale, venivano rinvenuti e sequestrati ben 24 bossoli cal. 7,62, rinvenuti dietro al bancone e nei locali adibiti alla lavorazione dei dolci, nr.4 ogive deformate e scamiciate per proiettile caI.7 ,62 e nr.2 frammenti di camicia per ogiva deformati. In data 9.4.1999 in loc. “Patricelli”, zona Nuovo Macello, tenimento del Comune di Marcianise, si rinveniva abbandonata in un fossato in aperta campagna, la moto Enduro Yamaha XT 600, provento di furto, utilizzata dagli autori dell’omicidio di Mancino Nazzareno.

L’analisi delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e il riscontro con gli elementi probatori acquisiti all’epoca dalla Polizia di Stato, consentirono di individuare gli esecutori materiali dell’azione di fuoco, nonché di accertare le responsabilità dei mandanti e degli addetti al recupero dei killer.

 

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