Spaccio a casa o in strada: consumatore accanito in un sol colpo ne inguaia 6

San Felice a Cancello. A gennaio l’udienza preliminare al tribunale di Napoli per l’inchiesta bis sullo spaccio di sostanze stupefacenti nella valle di Suessola  un’associazione di persone, la maggior parte riconducibili a due nuclei familiari, uno operante in Santa Maria a Vico e uno a San Felice a Cancello. In totale sono 36 i soggetti a giudizio.

Molti fatti sono stati ricostruiti dai carabinieri del comando provinciale anche attraverso l’escussione di diversi consumatori di droga.

Un disoccupato di San Felice centro che all’epoca dei fatti aveva 33 anni, siamo nel 2020, in un sol colpo ne inguaia 6.

Praticamente si riforniva da tutti, consumava 20 euro al giorno di ‘nero’.

Pur di assumere droga e di sbombazzarsi ogni giorno, si riforniva dai calibri grossi.

Escusso dai carabinieri del comando provinciale come persona informata dei fatti, il soggetto in questione ha vuotato il sacco.

“Ho acquistato l’hashish da un soggetto di nome Davide Migliore. Lo chiamavo al telefono per decidere un punto d’incontro. Quando non era possibile incontrarlo per strada, mi recavo a casa sua e ogni pezzo lo pagavo 5 euro.

Poi da quando hanno arrestato Davide mi sono rifornito da altre persone, uno di questi è Peppuccio (Carmine Passariello). Quando mi serviva lo stupefacente andavo a casa sua, perché lui vende molto a casa e non per strada. Non sempre lo consegnava all’atto dell’acquisto, spesso lo doveva ancora confezionare.

Altra persona da cui mi rifornivo era Gammella Carmine. Con lui mi messaggiavo e si stabiliva un luogo per incontrarci.

Altra persona da cui compravo era Luca Villanova. A volte lo chiamavo, altre volte gli inviavo un messaggio. Quando sapevo che stava a casa, andavo direttamente presso la sua abitazione.

Quando ci incontravamo per strada teneva il pezzo di hashish che divideva a seconda della mia richiesta.

Altra persona da cui mi rifornivo era Luca Gagliardi. Solo presso la sua abitazione, non mi ha mai venduto nulla per strada.

Poi mi rifornivi anche da Antonio Affinita detto il Veronese, lo conosco bene e quando sapevo che andava a Napoli a rifornirsi gli chiedevo la cortesia di acquistare la mia dose giornaliera, pari a 20 euro”.

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