Si mette alla guida stanco e si schianta: muore collega, lui finisce nei guai

Maddaloni. La Corte di cassazione, con sentenza della quarta sezione penale numero 45402 del 2024, ha confermato la condanna a 1 anno e due mesi di reclusione e due anni di sospensione della patente, a un operaio di 51 anni di Napoli per un incidente stradale che provocò la morte di un collega e il ferimento di altri 4. Guidava un furgone al ritorno dal lavoro.

Gli è stato contestato, oltre al fatto di essersi messo stanco al volante dopo un turno notturno, di non aver fatto allacciare le cinture di sicurezza ai passeggeri.

La squadra era partita da Lodi per ritornare in Campania, luogo di residenza degli operai, e si occupava di manutenzione dei binari. L’incidente si verificò in A1 a Scandicci (Firenze): Michele Crisci, 54 anni di Maddaloni (frazione Montedecoro), fu sbalzato fuori dall’abitacolo morì all’istante.

 La Cassazione condannando l’uomo per omicidio stradale, concludendo che le vittime non avevano la cintura di sicurezza allacciata, ha rimarcato tra l’altro che “il conducente di un veicolo è tenuto ad esigere che il passeggero indossi la cintura di sicurezza e, in caso di sua renitenza, anche a rifiutarne il trasporto o ad omettere l’intrapresa marcia”.

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