“L’aviaria ​sarà la nuova pandemia, il virus è anche nel latte”: l’allarme dell’infettivologo

NAZIONALE – Negli Stati Uniti cresce l’allarme per l’influenza aviaria che sta martoriando sopratutto il Texas e la California. Ormai non si può parlare più di aviaria anche perché il virus ha colpito anche le mucche da latte e ora viene perciò ritrovata anche nei latticini dei supermercati americani. In California i funzionari statali hanno deciso di sospendere le vendite e la distribuzione di latte crudo. Se il covid era partito da una nazione molto lontana dall’Europa come la Cina, con l’aviaria il rischio è più elevato visto che si trova negli Stati Uniti. 

L’infettivologo Matteo Bassetti è certo che l’aviaria sarà la nuova pandemia. “I segnali che arrivano dal mondo ci dicono che oggi va tutto più veloce e i virus non fanno eccezione. Con l’evolversi dei trasporti si va da una parte all’altra del mondo in pochissimo tempo, e questo aumenta la diffusione dei virus. Se prima avevamo nuove infezioni ogni 15-20 anni ora arrivano da fuori nuovi virus molto più rapidamente. L’influenza aviaria oggi colpisce Texas e California, il virus è presente nel latte venduto nei centri commerciali in America, non parliamo di Cina o Vietnam. Si tratta di un’infezione che proviene dall’occidente, ed è vicino a noi. È praticamente certo che l’aviaria sarà la nuova pandemia dopo il Covid”, ha detto nel corso della trasmissione “5 Notizie”.

È necessario quindi farsi trovare impreparati con un piano pandemico per i virus respiratori. “Mi risulta che un piano pandemico per le malattie respiratorie sia pronto dal punto di vista tecnico da quasi un anno, ma non è ancora stato applicato”, ha detto.

“Il tema è questo: siamo pronti a far fronte a una nuova pandemia? Ci sono i posti letto negli ospedali, i medici, i farmaci, i respiratori da usare per i pazienti più gravi? Siamo in grado di dire chi si occuperà dei vaccini già da adesso? Perché quando esploderà il problema parliamo di 9 miliardi di persone potenzialmente bisognose di cure. Dobbiamo essere pronti e non inseguire l’emergenza, credo che dopo gli anni del Covid questo sia il minimo sindacale“, ha chiosato Bassetti.

“Sicuramente negli Usa il problema dell’influenza aviaria ha avuto una diffusione importate, il virus H5N1 si è diffuso in molti allevamenti di bovini e questo crea il presupposto che ci sia una diffusione del ceppo aviario dell’influenza. Per fortuna fino ad oggi negli uomini l’infezione, quando è stata riscontrata, ha dato una sintomatologia molto blanda questo non vuol dire che si deve sottovalutare il problema“, fanno sapere dall’Istituto Superiore di Sanità.

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