Capodrise. Violato l’articolo 21 della Costituzione sulla libertà di stampa e di informazione, questo è accaduto ieri sera nel corso del consiglio comunale di Capodrise.
Vittima dell’increscioso episodio il nostro direttore responsabile, Luigi Criscuolo, giornalista professionista, iscritto all’ordine della Campania.
Questa mattina, il 51enne, ha presentato al commissariato di Marcianise un esposto/diffida nei confronti del comando di polizia locale di Capodrise.
Tutto è accaduto attorno alle 21 e 10 di ieri sera, all’interno della sala consiliare del Municipio, dove il giornalista era tra il pubblico a seguire la seduta del civico consesso.
Queste le sue parole:
“Consapevole del fatto che l’Ente è sprovvisto di un regolamento che autorizza lo streaming, stavo filmando brevi spezzoni di interventi dei vari esponenti politici che si alternavano al microfono, sia della maggioranza che della minoranza, come ho sempre fatto nelle sedute precedenti.
Non stavo dando fastidio a nessuno, mi trovavo seduto in terza fila.
Quando erano da poco passate circa 2 ore dall’inizio della seduta, un vigile urbano mi ha raggiunto nella sala imponendomi il divieto di ripresa.
Gli ho risposto che non stavo effettuando una live ma stavo solo riprendendo piccole porzioni, ma l’operante non ha voluto sentire ragioni e mi ha ordinato di fermarmi.
E’ stato leso un diritto sacrosanto, questo episodio dimostra che in certi Enti si applica ancora la censura con l’obiettivo di nascondere e mistificare la realtà.
Stava andando in scena una fase della seduta molto delicata, durante la quale la minoranza, stava mettendo in crisi la maggioranza del sindaco Cecere, incapace di fornire risposte concrete in merito a delle interpellanze. Per coprire quelle incertezze è stato ordinato di censurarmi, non ci sono altre spiegazioni. E’ gravissimo.
Il mio auspicio è che a breve giro posta a Capodrise, città dove risiedo, si dia seguito alla trasmissione in streaming dei consigli comunali, così come Cecere ha fatto scrivere nel suo programma elettorale. Se questo non dovesse avvenire dalla prossima seduta continuerò a riprendere ciò che riterrò più interessante ai fini giornalistici con la speranza di non dover di nuovo essere vittima di una violazione del diritto di cronaca che è sacrosanto e tutelato dalla nostra Costituzione”.
La redazione solidarizza con il direttore e stigmatizza l’increscioso episodio.