Caserta. Per eludere i controlli della polizia colombiana che era sulle sue tracce, a Medellin, il camorrista Luigi Belvedere, arrestato nella notte tra giovedì e venerdì e ricercato dal 2020 per traffico internazionale di droga, aveva affittato vari costosi appartamenti, per più di 2.500 dollari l’uno.
In un mese ne sono stati identificati almeno quattro, che utilizzava a caso, per confondere le piste investigative. I dettagli sono stati diffusi dalle autorità del Paese sudamericano che hanno eseguito l’arresto nell’ambito dell’operazione Caronte, in collaborazione con la polizia italiana, Europol, Dcsa, e il servizio per la cooperazione internazionale di polizia.
Secondo gli inquirenti, “Belvedere era il principale coordinatore tra i narcotrafficanti colombiani e la camorra, e si occupava della logistica necessaria per inviare grandi volumi di cocaina in Spagna, Germania, Olanda e Italia: la sua rete complessa e ben strutturata gli permetteva di preparare e stoccare la droga su imbarcazioni destinate ai porti europei, da dove veniva distribuita in città chiave come Napoli e Caserta”.
Inoltre, il trafficante doveva il suo “successo” a “una rete di collaboratori altamente specializzati, che agivano tutti sotto il suo stretto controllo”. Per il direttore generale della polizia colombiana, il generale William Salamanca, l’operazione “è il risultato dell’efficace collaborazione e dello scambio di informazioni tra la polizia nazionale colombiana e le agenzie internazionali, e dimostra la fermezza nella lotta al narcotraffico”.
Si tratta infatti del secondo arresto di camorristi italiani in una settimana a Medellín, dopo la cattura di Gustavo Nocella.