VILLA LITERNO/CASTEL VOLTURNO. In data odierna, su richiesta di convalida di autonomo provvedimento emesso in via d’urgenza da questa Procura della Repubblica, il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Caserta – NIPAAF ha dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo, emesso in data 8 ottobre 2024 dal G.I.P. del medesimo Tribunale, avente ad oggetto un’area di oltre 10.000 mq sita nel Comune di Villa Literno, nelle vicinanze dell’Oasi delle Soglitelle, sulla quale sono stati rinvenuti circa 200.000 metri cubi di rifiuti speciali pericolosi e non comprensivi di centinaia di pezzature di cemento amianto.
Il sequestro trae spunto investigativo da un servizio svolto d’iniziativa dai Militari del sopracitato Nucleo Investigativo, nel corso del quale, fu avvistato un escavatore in movimento intento all’esecuzione di lavori di livellamento. In tale circostanza, si appurava che erano in corso lavori di realizzazione di un impianto fotovoltaico, individuando la ditta affidataria dei lavori in una società greca con sede operativa in Milano, mentre la società proponente l’iniziativa di produzione di energia elettrica, anch’essa con sede in Milano, aveva acquisito il sito in forza di diritto di superficie stipulato con altra società con sede in Castel Volturno.
Gli esiti degli accertamenti preliminari, anche alla luce della documentazione fornita dalle ditte interessate al progetto, permettevano di riscontrare la presenza sull’area di rifiuti di diversa natura, nonché l’esistenza di un riempimento di materiale, rispetto ai terreni limitrofi, con quote che oscillano da 50 cm a quote superiori a 2 metri. Sulla base di dette evenienze, questa Procura della Repubblica assumeva la direzione delle indagini e delegava ai militari forestali del NIPAAF urgenti approfondimenti, da svolgersi unitamente ai tecnici dell’Arpac – Dipartimento di Caserta, finalizzati ad accertare l’entità e la natura del riempimento rilevato. Le risultanze dell’attività investigativa delegata permettevano di ricostruire dettagliatamente la vicenda, acclarando che l’area oggetto della realizzazione dei lavori interessava una superficie, stimabile a vista, di oltre 10 ettari, interamente occupata da un riporto di rifiuti speciali pericolosi e non, costituiti da