Zannini, nelle carte dell’inchiesta spuntano anche sindaci e consiglieri: verifiche su pc e telefoni

Mondragone/Santa Maria Capua Vetere/Cancello Arnone. Esaurita l’attività di perquisizione, gli inquirenti della Procura di Santa Maria Capua Vetere e dei Carabinieri di Aversa che indagano sul consigliere regionale Giovanni Zannini, analizzeranno quanto acquisito, passando al setaccio telefoni e computer, per avere ulteriore riscontro delle ipotesi di reato, che vanno dalla corruzione alla concussione e alla truffa.

L’indagine, che vede indagate sette persone – oltre a Zannini compaiono il dirigente della sanità regionale Antonio Postiglione, gli imprenditori Alfredo Campoli, Luigi e Paolo Griffo, padre e figlio – potrebbe a questo punto fermarsi o allargarsi. Di certo nelle carte dell’inchiesta figurano (è bene ricordarlo non come indagati, ndr) persone, tra cui molti amministratori locali del Casertano vicini a Zannini, nessuno dei quali indagato, in particolare i sindaci di Cancello e Arnone e di Castello del Matese, Raffaele Ambrosca e Antonio Montone, e alcuni consiglieri comunali di Teano, che hanno aiutato Zannini nelle sue manovre ritenute illegittime dalla Procura, a dimostrazione dell’ampiezza e del radicamento sul territorio del sistema di relazioni creato negli ultimi anni dal consigliere regionale che sostiene De Luca.

L’impianto del caseificio

Emblematico l’episodio dell’impianto per la produzione della mozzarella di bufala realizzato a Cancello e Arnone dagli imprenditori Luigi e Paolo Griffo (entrambi indagati), che avevano chiesto il finanziamento ad Invitalia, società del Mef, e per averlo avrebbero dovuto presentare, come spiegato in due note emesse nel 2022 dal Dipartimento competente della Regione Campania, la valutazione di incidenza ambientale, la cosiddetta “Vinca”.

L’intoppo era che l’impianto era già stato realizzato, e peraltro in zona Sic Natura, senza alcuna valutazione ambientale. Due funzionarie della Regione, entrambe sentite dalla Procura, hanno confermato di aver ribadito a Zannini nel luglio del 2023 la necessità di presentare la Vinca e che il permesso a costruire rilasciato dal Comune di Cancello e Arnone per l’impianto sarebbe stato dichiarato nullo. A quel punto Zannini ha escogitato una manovra per aggirare l’ostacolo, chiedendo e ottenendo dal Comune di Castello del Matese, attraverso il sindaco Antonio Montone, di intervenire nella procedura, essendo l’ente matesino dotato di Commissione Ambiente Vinca; a quel punto il Comune di Cancello e Arnone, grazie al sindaco Ambrosca, ha presentato alla Regione richiesta di delega in materia di Vinca, dopo aver stipulato una convenzione con Castello del Matese.

Alla Commissione Vinca del comune matesino arriveranno relazioni, su cui interverranno cinque professionisti, ritenute false, come quella che indica una distanza dell’impianto dal Sito Natura 2000 di 620 metri o che l’impianto è da realizzare quando invece era già stato edificato. Alla fine la Commissione si esprime sulla non assoggettabilità a Vinca dell’impianto, il Comune di Cancello e Arnone emette il documento finale e i Griffo avranno i finanziamenti di quasi 10 milioni di euro da Invitalia.

Lo 007 sospetto

Altra vicenda da verificare emersa dalle indagini riguarda il presunto agente dei servizi che voleva consegnare ad uno degli indagati delle chiavette con notizie riservate, ma non vi riesce perché l’altro si impressiona e ha paura che i supporti possano essere delle microspie. Il presunto agente si era presentato come esperto nel settore dei rifiuti.

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