Stangata per tycoon dei rifiuti amico del clan: in ballo tesoro da 4 milioni

 

CASAPESENNA/GIUGLIANO. Si avvicina la confisca dei beni Giuseppe Carandente Tartaglia l’imprenditore dei rifiuti cui la Dia di Napoli ha sequestrato nel giugno 2022, su ordine del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (sezione misure di prevenzione), beni per quattro milioni di euro, ovvero due società, 21 immobili tra Caserta, Napoli e Latina (6 terreni e 15 fabbricati), tra cui una villa in Sperlonga (Latina), 15 rapporti finanziari e due autovetture. Nell’ultima udienza la Corte di Appello di Napoli, sezione misure di prevenzione, ha disposto in particolare la confisca per i terreni a Giugliano e di alcune quote societarie.

Ritenuto vicino alla famiglia camorristica degli Zagaria, in particolare al capoclan Michele Zagaria e al fratello Pasquale, vera mente imprenditoriale dei Casalesi, Carandente Targaglia rappresenta un esponente delle ecomafie, ovvero del business criminale legato al trasporto e allo smaltimento illecito di rifiuti ma anche agli appalti pubblici in tema di ambiente, ed è stato condannato nel luglio scorso dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere a sette anni per concorso esterno in associazione camorristica.

Secondo l’accusa, proprio grazie all’appoggio di Zagaria, Carandente Tartaglia si è aggiudicato negli anni importanti appalti, anche nel primo decennio dei duemila, durante la fase più calda dell’emergenza rifiuti, dalla costruzione di discariche alla predisposizione delle piazzole per il deposito delle ecoballe fino alla gestione dei rifiuti nei Cdr. L’imprenditore ha costruito le discariche con Fibe, le piazzole di ecoballe a Villa Literno, la discarica di Chiaiano, ha tenuto rapporti con altre organizzazioni criminali, cui si presentava come referente degli Zagaria.

 

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