Recluso per omicidio e abusi trovato impiccato dopo l’aggressione agli agenti

Regionale. Era un trafficante di migranti, ritenuto autore di reati gravissimi, come sequestro di persona, violenza sessuale, omicidio aggravato e favoreggiamento di immigrazione clandestina, il detenuto nigeriano che si è tolto la vita impiccandosi con le lenzuola nel carcere avellinese di Ariano Irpino.

Domenica si è preso protagonista, ancora una volta di intemperanze: ha dato fuoco alla sezione e ferito alcuni agenti della penitenziaria. Ieri, infine, si è impiccato nella camera di sicurezza dove era stato trasferito.

Più volte come sindacato abbiamo denunciato lo abbandono delle carceri con un susseguirsi di gravi eventi critici come suicidi, evasioni, aggressioni“, commenta l’Uspp con il presidente Giuseppe Moretti e con il segretario regionale Ciro Auricchio.

La salute mentale in carcere – aggiungono i due sindacalisti – è completamente assente. E, in questo marasma generale, la polizia penitenziaria è lasciata sola in un silenzio assordante senza idonei strumenti di contrasto”.

Per il segretario regionale CON.SI.PE Campania Tommaso De Lia “i casi psichiatrici vanno gestiti in apposite strutture”.

“Le carceri campane sono allo sbando – incalza il delegato nazionale CON.SI.PE dei dirigenti della Polizia Penitenziaria Vincenzo Santoriello mentre per il vicepresidente dello stesso sindacato, Luigi Castaldo, “l’attuale sistema penitenziario è fallimentare e genera violenza e suicidi: i penitenziari sono al collasso”.

Il profilo

32 anni, nigeriano, in carcere per reati connessi all’immigrazione clandestina e altro, nel pomeriggio è stato trovato impiccato nella sua cella della Casa Circondariale d’Ariano Irpino. A nulla sono valsi i soccorsi della Polizia penitenziaria e dei sanitari. Lo stesso detenuto la notte scorsa aveva violentemente aggredito alcuni agenti, 4 dei quali sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso riportando complessivamente 70 giorni di prognosi“.

Lo rende noto in un comunicato Gennarino De Fazio, segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria.

Sale così a 71 la tremenda conta dei reclusi che si sono suicidati dall’inizio dell’anno, cui vanno aggiunti 7 appartenenti alla Polizia penitenziaria. Del resto, – prosegue De Fazio – con 15mila detenuti oltre i posti disponibili, 18mila unità mancanti alla Polizia penitenziaria, strutture fatiscenti, equipaggiamenti approssimativi e disorganizzazione imperante, le prigioni, oltre a essere diffusamente fuori legge, non assolvono a nessuna delle loro funzioni, neanche meramente retributive o contenitive. Al contrario, con omicidi, stupri, risse, aggressioni, violenze d’ogni genere, traffici illeciti, evasioni e molto altro ancora, oltre a rivelarsi piazze di spaccio e scuola del crimine, finiscono per essere dispensatrici di morte, infliggendo a casaccio la pena capitale di fatto”.

Ribadiamo che servono misure efficaci e immediate a partire dal deflazionamento della densità detentiva, dal rafforzamento della Polizia penitenziaria e dall’assicurazione dell’assistenza sanitaria e psichiatrica. Saremmo peraltro curiosi di sapere cosa ne è stato dei provvedimenti annunciati dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, all’indomani della conversione dell’inutile decreto carceri, quando aveva anticipato che avrebbe chiesto pure un incontro al Presidente Mattarella. Il Guardasigilli ci ha forse nuovamente ripensato?” conclude De Fazio.

Exit mobile version