Bar del clan incassa un milione e droga col Pos, gli indagati sono 55. I NOMI

TEVEROLA/CARINARO. Era Aldo Picca, in passato legato alla fazione Bidognetti del clan dei Casalesi, a guidare il nuovo clan, che porta anche il suo nome, sgominato dai carabinieri di Caserta che hanno notificato 32 arresti nel Casertano.L’area sulla quale il clan agiva era quella al confine di Napoli, tra i comuni di Teverola e Carinaro.

“L’indagato principale è Aldo Picca, – ha detto nel corso di una conferenza stampa in Procura a Napoli il procuratore Nicola Gratteri condannato a 61 anni di reclusione, dopo 19 anni è uscito per fine pena, nel 2023″.Come documentato dai militari dell’arma appena fuori ha riorganizzato, secondo quanto emerge dalle intercettazioni che hanno consentito di registrate la voce dei protagonisti, l’associazione a delinquere. A indagare sulla ricostituzione del clan sono stati i carabinieri del comando provinciale di Caserta con le stazioni locali.

Tra le vittime anche un prof

Il clan Picca-Di Martino, ha spiegato Gratteri insieme con i comandanti dei carabinieri, “è stato riorganizzato con la stessa tecnica criminale, aggiornandola con i nuovi sistemi di comunicazione e ha concentrato le sue attività sul piano imprenditoriale e commerciale con estorsioni a tappeto”. “Estorsioni – ha voluto sottolineare Gratteri – che marcano il territorio, così come fa il cane che fa la pipì”.

Tra le vittime – poco collaborative – figurano farmacie, bar a cui venivano imposti videogiochi e anche un professore che aveva acquisito un terreno sul quale il clan voleva realizzare un inceneritore. Il clan però era particolarmente attivo anche nel riciclaggio: durante la pandemia ha gestito un bar per ripulire il denaro sporco e in cui sarebbero stati fatti transitare ben 900mila euro.

Droga fatta risultare come shopping

La droga si pagava anche con il pos, tra Teverola e Carinaro: emerge dall’indagine dei carabinieri del comando provinciale di Caserta che hanno sgominato una organizzazione criminale, il clan Picca-Di Martino, eseguendo stamani 32 arresti in carcere, tre ai domiciliari e altre misure cautelari meno afflittive. Secondo quanto emerso dall’analisi delle transazioni l’esercizio commerciale coinvolto era un negozio di abiti: in sostanza si comprava lo stupefacente facendo risultare che si erano venduti vestiti.

Sul fronte delle estorsioni sono una ventina quelle documentate tra quelle consumate e quelle tentate: le vittime venivano invitate a casa dal capoclan per incutere un maggiore livello di soggezione maggiore. Si tratta, ha detto ancora Gratteri, insieme con i comandanti dei carabinieri presenti in conferenza stampa con il procuratore aggiunto Michele Del prete: “una camorra al passo con i tempi, in attività non solo estorsioni e droga ma anche riciclaggio che gli ha consentito di infiltrarsi nel tessuto economico, come dimostra il bar con fatturati da 900mila euro euro”. La zona sul quale il clan agiva è quella sulla quale insiste l’area Asi.

TUTTI GLI INDAGATI

CARCERE
Aldo Picca
Nicola Di Martino
Salvatore De Santis
Raffaele Di Tella
Giovanni Picca
Francesco De Chiara
Antonio Zuppa
Antimo Ceparano
Salvatore Muscariello
Veronika Viatkina
Antonio Zaccariello
Michele Vinciguerra
Raffaele Santoro
Luigi Stellato
Cristian Pio Intelligenza
Antonio Rega
Angelo Rega
Vincenzo Mottola
Enrico Della Gatta
Salvatore Pasqua
Nicola Podda
Giuseppe Sarno
Fabio Della Volpe
Luigi Abategiovanni
Marco Bosco
Fabio Buffardo
Bruno Frascarino
Carmine Sfoco
Armando Sociale
Rossano Spinosa
Omar Schiavone
Giuseppe Lama

ARRESTI DOMICILIARI
Carmine Di Tella
Tobia Abategiovanni
Natalia Watanabe Gomes

DIVIETO DI DIMORA IN CAMPANIA
Giuseppe Picca
Raffaele Picca
Cira Picca
Alessio Arbolino
Giuseppe Laudadio
Dario Giovanni Caserta
Lorenzo Griffo

INDAGATI A PIEDE LIBERO
Ermelinda Abategiovanni
Biagio Benigno
Paolo Della Volpe
Daniele Fatale
Adele Marino
Massimo Massa
Antonio Paciello
Laura Picca
Luigi Picca
Angelo Piro
Luisa Ventre
Luigi Marchese
Salvatore Vergas
Veronika Viatkina

 

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