Ditte del Casertano danno ai rom i rifiuti da bruciare, aperta inchiesta dopo rogo

AGRO AVERSANO/GIUGLIANO. La Procura di Napoli Nord ha aperto un fascicolo per inquinamento ambientale, per ora contro ignoti, in relazione all’incendio del campo nomadi di via Carrafiello a Giugliano in Campania avvenuto il primo luglio scorso; una nube nera e tossica, prodotta dalla combustione di rifiuti speciali come pezzi di autovetture, elettrodomestici, pneumatici, invase l’area circostante, rendendo l’aria irrespirabile per ore, e il rogo fu spento dai vigili del fuoco dopo un lungo lavoro.

Le immediate indagini portarono il 2 luglio al fermo di un 30enne del campo rom, il cui arresto è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari. Oggi la Procura guidata da Maria Antonietta Troncone prova a far luce, indagando per inquinamento ambientale, sulle responsabilità legate al profondo degrado dell’area, dovuto ad un costante smaltimento illecito di rifiuti pericolosi che poi vengono sistematicamente dati alle fiamme; un business in cui i nomadi potrebbero rappresentare un anello della catena, della filiera dei traffici illeciti di rifiuti spesso alimentati dalle tante medie e piccole imprese presenti tra Napoli e Caserta.

Dalle immagini girate dall’alto dai carabinieri e diffuse stamani, emerge la presenza di una vasta area coperta da rifiuti, con zone in cui si notano i residui dei continui roghi inquinanti, accanto alle baracche e alle roulotte dove vivono i rom, con tanti bambini.

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